La Nuova Sardegna

Sassari

Gli imprenditori vogliono l’ippodromo

di Francesco Squintu

Ozieri, sul tavolo del sindaco prime manifestazioni di interesse per la struttura

21 settembre 2018
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OZIERI. Dopo il grande successo di pubblico e di partecipanti riscosso sabato nel corso della giornata di gare, con migliaia di spettatori assiepati sulle tribune, l’ippodromo “Don Deodato Meloni” di Chilivani non sembra davvero avere, considerato che l’anno di inaugurazione è il 1921, i quasi cento anni che porta sulle spalle. Con l’ippica in crisi nell’isola, la ventata di nuove forze economiche portate dagli arabi che hanno iniziato ad avvicinarsi alla struttura e permesso l’organizzazione di prestigiosissime gare mai viste in Sardegna, sta aprendo uno spiraglio di salvezza per il comparto e forse anche per questo sul tavolo del sindaco di Ozieri stanno arrivando alcune manifestazioni d’interesse di imprenditori che vorrebbero gestire la struttura. «Abbiamo un atteggiamento assolutamente laico rispetto alla questione – ha detto Marco Murgia, primo cittadino di Ozieri – perché è sempre giusto valutare qualunque opportunità e proposta ci pervenga. È chiaro che qualunque discussione si faccia sul futuro dell’ippodromo bisognerà restare esclusivamente nel solco che leggi e regolamenti impongono».

Le manifestazioni di interesse, una persino formalizzata e depositata all’ufficio protocollo, riguardano la presa in gestione dell’ippodromo che dal 2009, periodo in cui la struttura è passata dalla Regione al Comune, è in capo alla Società Ippodromo di Chilivani S.r.l interamente partecipata dal Comune di Ozieri. Il bilancio di circa cinquecentomila euro e un utile che chiamarlo risicato è dire poco da soli non possono creare certo appetito ma se l’interesse si è manifestato di sicuro lo si deve a tutto quello che l’impianto ha sempre rappresentato per l’ippica regionale e soprattutto alla rinnovata attenzione che il “Meloni” sta avendo anche oltre i confini regionali. «La gestione dell’ippodromo non rientra esattamente nei compiti propri di un’amministrazione ma se lo abbiamo fatto e lo facciamo è perché abbiamo interesse che la struttura resti viva altrimenti si creerebbe un grave danno al territorio e un non trascurabile danno al patrimonio erariale – ha aggiunto Murgia – Se dovessimo valutare l’ipotesi di affidare la gestione a privati ovviamente lo dovremo fare seguendo le procedure previste in questi casi e i tempi non sarebbero comunque brevi. Si dovranno valutare con attenzione tutti gli aspetti e avere soprattutto la massima tutela per non incorrere in problemi difficili poi da risolvere». L’ottava tappa del HH Sheikh Mansoor Festival di sabato ha elevato Chilivani al fianco di impianti degli Stati Uniti, della Svizzera, di Marocco, Spagna, Svezia, Belgio, Russia, Inghilterra, Polonia e Francia.

Che l’impianto continui a essere gestito dalla società del Comune o che in un tempo magari neanche troppo lontano possa passare in mano ai privati, comunque la strada sembra tracciata verso un futuro che per la prima volta dopo anni appare un po’ più sereno.

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