La Nuova Sardegna

Sassari

Pramma, la piccola rapace che ha smesso di volare

di Giovanni Bua
Pramma, la piccola rapace che ha smesso di volare

È morto nei giorni scorsi un grifone liberato col progetto Under griffon wings. È il primo su 27 “reinseriti” nell’isola. Esperti al lavoro per cercare la causa

12 ottobre 2018
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SASSARI. «La liberazione di un grifone è un momento magico, unico come l’animale che rimettiamo in natura. La sua morte è un rischio che sapevamo di dover affrontare, ma questo non diminuisce il nostro grande dolore». Non nasconde le sue emozioni Fiammetta Berlinguer, veterinaria dell’università di Sassari e responsabile scientifica del progetto Life “Under griffon wings”. Per la prima volta infatti uno dei maestosi rapaci liberato nei cieli dell’Isola non ce l’ha fatta.

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Si tratta di Pramma, femmina di due anni, arrivata dal Selwo Zoo in Spagna, dove era nata in cattività. E, dopo un periodo di adattamento nel centro di Bonassai dell’agenzia Forestas e due mesi passati nelle voliere di Monte Minerva, liberata il 12 settembre insieme ad altri 11 rapaci nei cieli della Sardegna centro occidentale, uno dei quattro dotati di trasmettitore satellitare. «Già dalla fine di settembre – racconta Fiammetta Berlinguer – vedevamo che si muoveva poco. Cosa possibile nelle prime settimane del ritorno in natura, che è complesso e delicato per igrifoni, soprattutto se nati in cattività. Ci siamo preoccupati, e siamo andati a cercarla».

Il gruppo di lavoro, portato avanti dall’università di Sassari in collaborazione con il Comune di Bosa, l’Agenzia Forestas, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna e il supporto della Regione e del Parco naturale regionale di Porto Conte, raccoglie le “briciole digitali” lasciate da Pramma, e riesce a fotografarla in volo. «Pensavamo andasse tutto bene. Come per tutti i 27 rapaci liberati dall’inizio del progetto – continua la ricercatrice –. Invece nell’ultima settimana aveva fatto solo movimenti minimi. E alla fine sabato alle 13 il gps ha trasmesso la sua ultima posizione».

Pramma viene trovata vicino alla zona della liberazione. L’area viene recintata come la scena di un crimine. E interviene il nucleo cinofilo antiveleno del Corpo Forestale supportato dalla croce gialla di Ploaghe e dal suo cane “Vita”. «Il nostro compito – spiega la responsabile del nucleo Maria Piera Giannasi – è fondamentalmente di prevenzione e informazione, ma anche, come in questo caso, investigativo». Il nemico sono: «I veleni che spesso si usano, illegalmente, in campagna contro piccoli predatori – racconta –. Che innescano una catena di morte. Se il grifone mangia una carcassa avvelenata muore a sua volta».

Potrebbe essere il caso di Pramma, i cui resti sono stati mandati, insieme alle informazioni raccolte dal gps e alle foto e i campioni raccolti sul luogo del ritrovamento, al centro di Bonassai, dove Forestas, insieme all’istituto zooprofilattico, analizzerà campioni biologici e informazioni cercando di fare chiarezza sulla causa della morte. «Le informazioni che la morte di Pramma ci darà – chiude Berlinguer – saranno fondamentali per monitorare le minacce note e individuarne di nuove. Gli allevatori sono amici dei grifoni, i grandi “spazzini delle campagne”, ma spesso non si rendono conto di quanto alcuni loro comportamenti possano essere letali. Il prossimo mese partirà una campagna informativa nelle scuole, e va avanti quella nelle campagne, supportata dall’attività investigativa». La posta in gioco è altissima: salvare l'ultima colonia sarda di grifoni che resiste impavida a una decimazione che vede resistere sul territorio isolano poco più di cento esemplari. E “Under griffon wings” sta dando risultati eccezionali, volando anche sulle ali di Pramma e su quello che la sua morte ci potrà insegnare.
 

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