La Nuova Sardegna

Sassari

Dafne, a fianco delle vittime di reati

di Vincenzo Garofalo
Dafne, a fianco delle vittime di reati

Una rete attiva 24 ore che poggia su 18 partner, non solo istituzionali, per offrire supporto a chi ha subìto abusi e violenze

13 ottobre 2018
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SASSARI. Accoglienza, ascolto e assistenza per combattere lo sgomento, la solitudine, e a volte anche la sete di vendetta, che avvolgono chi è vittima di un reato. Anelli fragili della società che da oggi in Sardegna possono contare sulla Rete Dafne, un sistema di aiuto che poggia su ben 18 partner, istituzionali e non, pronti a impegnarsi per offrire ogni tipo di supporto alle vittime: accoglienza, informazione sui diritti, sostegno psicologico, consulenza psichiatrica, accompagnamento ai servizi, mediazione, incontri di gruppo. Tutto questo per aiutare chi ha subito un danno da un reato, qualunque tipo di reato, a non sentirsi solo e a rigenerare i legami con la società che lo circonda. La Rete Dafne Sardegna è la terza nata in Italia, dopo quelle di Torino e Firenze, e nell’isola potrà avvalersi di due sedi operative: una a Sassari e una a Cagliari. Il via ufficiale alla rete sarda è stato dato ieri a Sassari, con una conferenza di presentazione dei servizi e dei soggetti coinvolti, che si è svolta nella sede della Fondazione di Sardegna, ente che sostiene l’iniziativa. La vice presidente Angela Mameli ha fatto gli onori di casa e coordinato l’incontro, ha sottolineato l’importanza della scelta fatta dalla Fondazione a sostegno di un progetto di grande rilevanza sociale. A spiegare il percorso di nascita della rete e le attività è stata la presidente di Dafne Sardegna, e vicepresidente nazionale, Annina Sardara, dell’associazione “Mediatori Insieme”: «Il messaggio che vogliamo lanciare è che non è sufficiente avere una rete di validi collaboratori, come quella che abbiamo creato in questo anno di lavoro. Affinché sia efficiente e si riveli un servizio utile, la rete deve essere autentica, composta da elementi che si incastrano alla perfezione, deve creare un fitto sistema di contatti, che si rafforzi col tempo e la reciproca collaborazione». Un messaggio colto e rilanciato dai rappresentanti dei soggetti coinvolti, presenti in sala: il sindaco, Nicola Sanna, il questore, Diego Buso, il prefetto Giuseppe Marani, il comandante dei carabinieri colonnello Luca Corbellotti, il comandante della polizia locale Gianni Serra, il comando della Guardia di finanza, la Brigata Sassari; e ancora il procuratore capo Gianni Caria, il presidente del Tribunale Massimo Zaniboni, il procuratore del Tribunale dei minorenni Elena Pitzorno, il presidente dell’Ordine degli avvocati Mariano Mameli, e Stefano Sardara, il presidente della Dinamo, che ha scelto di supportare la rete Dafne. Ogni partner sarà un punto cardine della rete. A loro, alle vittime, non resta che prendere coscienza di non essere sole. Per accedere alla rete, attiva 24 ore su 24, è sufficiente seguire le indicazioni fornite dalle forze dell’ordine, dai servizi sociali e dagli altri soggetti del sistema. Oppure comporre il numero verde 800013000 per essere avvolti dalla rete di conforto e accoglienza. L’esperienza di Torino e Firenze insegna che il 70 % delle persone che si rivolgono alla Rete Dafne, ha subito maltrattamenti in famiglia, ma il servizio è rivolto alle vittime di qualsiasi tipo di reato: «e non solo donne –, precisa Annina Sardara – uomini, minori, anziani. Tutte le vittime».

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