La Nuova Sardegna

Sassari

Addio a Simonetta Sotgiu, giudice e femminista

Addio a Simonetta Sotgiu, giudice e femminista

Si è spenta a 80 anni, fu la prima donna consigliera di Cassazione e lottò contro le discriminazioni

04 novembre 2018
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SASSARI. Giudice e femminista, donna che ha anticipato i tempi, lottando per la parità di genere e contro le discriminazioni, perchè anche la politica potesse tingersi di rosa. Questo e altro era Simonetta Sotgiu, morta all’età di 80 anni, lasciando un segno profondo per la sua attività di magistrato e di impegno nella tutela dei diritti femminili.

Primo magistrato donna a varcare il palazzo della Corte di Cassazione, e tra le prime a vincere il concorso in magistratura quando alle donne era precluso l’ingresso nella professione, concesso solo nel 1963 in seguito a una sentenza della Corte Costituzionale, la sua carriera è sempre stata in salita ma a prezzo di sacrifici personali e dopo aver provato sulla proprio pelle cosa significasse la discriminazione di genere. Nel 1970, entrata in magistratura, dopo aver nel frattempo intrapreso la carriera forense, divenne pretora a Sassari e poi, dopo aver lavorato in tribunale e corte d’appello, per ventinove anni fu consigliera di Cassazione. Parallelamente nacque il suo impegno nel femminismo, e fu tra le fondatrici dell’Associazione Donne Magistrato. Inoltre venne nominata per due mandati vicepresidente della Commissione Nazionale di Parità presso la Presidenza del Consiglio e divenne presidente dell’Associazione Alma Cappiello. In tempi più recenti l’associazione Coordinamento 3 - Donne di Sardegna la volle presidente onoraria e con l’associazione partecipò attivamente alla battaglia per la doppia preferenza di genere. Le sue opinioni sono state spesso ospitate dalla Nuova Sardegna.

Per la presenza delle donne nei luoghi decisionali ha sempre lottato con intelligenza e tenacia. Ma anche per un cambio di mentalità tra i suoi stessi colleghi. Non si era tirata indietro nel criticare la controversa “sentenza dei jeans” secondo la quale non c’era stato stupro perché i jeans non sono facilmente sfilabili e la ragazza era consenziente. Una sentenza che riteneva profondamente ingiusta e lesiva della dignità femminile.

L’impegno nel lavoro è stato grande per Simonetta Sotgiu, ed è riuscita a conciliarlo, per sua stessa ammissione con fatica. Madre di quattro figli, anche nella maternità ha provato personalmente discriminazioni. Di cui lei sorrideva, perché con la sua forza ha sempre saputo contrastarle.

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