La Nuova Sardegna

Sassari

Cavallo abbandonato in una campagna di Sorso muore di stenti

di Salvatore Santoni
Il cavallo morto nelle campagne di Sorso
Il cavallo morto nelle campagne di Sorso

Il quadrupede di 11 anni è stato ritrovato agonizzante dalle guardie zoofile dell’Arstana. Si indaga per risalire al proprietario. Salvato un pony che era nello stesso terreno

07 novembre 2018
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SORSO. La prima cosa che si nota qui, davanti a questa anonima siepe di rovi nella valle di Sant’Andrea, è un solco a semicerchio. Una specie di confine tra l’umanità, che se n’è rimasta fuori, e la sofferenza, che è confinata tutta dentro: una sagoma scura ridotta all’osso e accasciata su un fianco. È la triste storia di Re Furio, un cavallo di 11 anni, che è stato ritrovato agonizzante dalle guardie zoofile dell’Arstana in un terreno alle porte di Sorso. Prima di spirare l’animale ha scalciato per ore, forse per giorni. Ma nel fondo della valle a sentire i suoi lamenti non c’era nessuno.

Vicino a lui è stato ritrovato anche un pony, che se l’è scampata e ora è stato portato al sicuro. Il ritrovamento degli animali è avvenuto ieri mattina, nelle campagne attorno alla grotta di Sant’Andrea. Una pattuglia delle guardie zoofile di Sorso, formata dal comandante Michele Satta e dall’agente Antonio Mulas, è intervenuta dopo la segnalazione di un’associazione animalista e ora indaga per maltrattamento di animali. Sul posto sono arrivati anche gli specialisti del Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Assl di Sassari. I veterinari Andrea Sarria e Nicola Deriu hanno avviato immediatamente gli accertamenti verificando la presenza del microchip sulla carcassa dell’animale morto e sul pony, che invece sta bene. All’anagrafe equina Re Furio risulta registrato fin dal 2007 e, dal punto di vista documentale, di razza sconosciuta.

L’ultima traccia dell’animale in banca dati risale a un allevamento di Dorgali. Mentre il terreno dove è stato rinvenuto agonizzante risulta intestato a una persona di Porto Torres. Saranno i successivi approfondimenti dei veterinari dell’Assl e delle guardie zoofile a chiarire la situazione, e quindi a risalire all’effettivo proprietario dell’animale e a spiegare per quale motivo il cavallo si trovava in quel terreno. E, soprattutto, perché è stato tenuto in pessime condizioni. Nei prossimi giorni sulla carcassa del povero animale verranno effettuate alcune analisi per stabilire con esattezza le cause della morte. Infatti, anche se sul cavallo sono evidenti segni di denutrizione potrebbero essere sorte altre complicazioni: le indagini sono volte ad accertare la sussistenza del reato di maltrattamenti di animali. Dopo di ché al proprietario del terreno verrà richiesto lo smaltimento della carcassa, che in certi casi è consentita anche con l’interramento in loco (dipende dalla conformazione del terreno e da altri fattori come vicinanza di corsi d’acqua). Il pony, invece, che è privo di microchip, è finito sotto sequestro cautelare. L’animale è stato trasportato dalle guardie zoofile in un posto sicuro dove rimarrà fino alla conclusione delle indagini.
 

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