La Nuova Sardegna

Sassari

Riparte la pesca dei ricci ma la produzione è ridotta

di Gianni Olandi
Riparte la pesca dei ricci ma la produzione è ridotta

Il 15 termina il fermo, preoccupazione per le conseguenze del bracconaggio Lo scorso agosto la Finanza sequestrò oltre 31 chili di polpa e denunciò 5 persone

12 novembre 2018
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ALGHERO. Il prossimo 15 novembre riaprirà la pesca del riccio di mare che si concluderà il 15 aprile del prossimo anno. Un appuntamento particolarmente atteso non soltanto dai pescatori ma anche dal mondo della ristorazione che delizia i palati dei clienti buongustai con piatti a base di polpa di “bogamarì”. Ma da queste parti, soprattutto nel mondo della marineria locale, c’è preoccupazione. Si teme infatti che quest’anno la produzione dello spinoso frutto di mare sia inferiore a quella degli anni scorsi.

Una delle ragioni, secondo gli stessi pescatori, starebbe nell’azione di bracconaggio emersa nell’agosto scorso durante un’operazione del comando della guardia di finanza. Le fiamme gialle sequestrarono oltre 31 chili di polpa di riccio di mare contenuti in 112 vasetti custoditi in un frigorifero. In quella occasione vennero individuati e denunciati 5 bracconieri, tutti provenienti dalla Campania. Per mettere insieme quel quantitativo di polpa sequestrato erano stati utilizzati almeno 25mila ricci. L’inchiesta non è conclusa, il procedimento penale infatti è ancora in corso e non viene esclusa l’ipotesi di disastro ambientale.

Si teme che i bracconieri, prima di essere intercettati dalla Finanza, abbiano operato a lungo nel periodo di fermo biologico ed ecco perché la preoccupazione di una forte riduzione della popolazione dei ricci da parte dei pescatori è legittima. È possibile che l’intervento delle fiamme gialle abbia scoperchiato un fenomeno di distruzione costante rappresentato proprio dal bracconaggio. In seguito a quell’episodio la Regione ha annunciato di volersi costituire parte civile nel procedimento penale contro i bracconieri ritrovandosi peraltro in buona compagnia vista l’immediata reazione del mondo ambientalista che ha dichiarato di voler seguire la stessa procedura in tribunale.

Inoltre, quasi non fosse sufficiente l’azione dei bracconieri, nelle ultime settimane si sono registrate condizioni meteo marine di violenza eccezionale. Sulle spiagge sono state trasportate piante di posidonia vive, ancora verdi quindi, e tantissimi ricci di mare come denunciato recentemente da Legambiente Alghero con tanto di documentazione fotografica. La forza delle mareggiate ha strappato ogni forma di vita soprattutto dai fondali più bassi, impoverendo ulteriormente la popolazione di ricci, e ci vorrà ora del tempo prima di ricostituire l’habitat marino.

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