La Nuova Sardegna

Sassari

Spinse la ex in un burrone, muratore va a processo

di Nadia Cossu
Spinse la ex in un burrone, muratore va a processo

Disposto il giudizio immediato per il 33enne accusato di tentato omicidio. La compagna lo aveva ferito con un coltello ed è già stata condannata a 16 mesi 

24 novembre 2018
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OZIERI. «Afferrò Giovanna Sanna per il collo, trascinandola in prossimità di un burrone e spingendola energicamente verso il vuoto». Con l’intento, aggiunge il pubblico ministero Paolo Piras, «di cagionare la morte della Sanna, non riuscendoci per l’intervento salvifico di terze persone presenti». La Procura ha chiesto e ottenuto dal gip Giancosimo Mura che si proceda con giudizio immediato nei confronti di Marcello Cuguttu, il muratore ozierese di 33 anni ferito il primo dell’anno dall’allora compagna Giovanna Sanna che al termine di una discussione aveva afferrato un coltello e lo aveva colpito. La trentenne (difesa dagli avvocati Abele e Pietro Cherchi) era stata arrestata per tentato omicidio e poco prima del processo, che si è concluso alcuni giorni fa con una condanna a un anno e 4 mesi per lesioni aggravate, era arrivata la clamorosa notizia dell’arresto di lui per lo stesso reato contestato a lei, più lo stalking. Entrambi hanno al momento il divieto reciproco di avvicinarsi.

In un primo momento il gip aveva disposto per Cuguttu gli arresti (domiciliari) solo per il reato di stalking, non ritenendo, per quanto riguardava il tentato omicidio, che fossero «gravi e concludenti gli indizi raccolti». Ma il pm Paolo Piras ha una convinzione differente considerato che il giudizio immediato ha un significato ben preciso: la prova è evidente. Questo significa che per la Procura della Repubblica Cuguttu voleva uccidere la compagna. E poi c’è l’accusa di stalking: «Perché con condotte reiterate – è messo nero su bianco dal pm – realizzate di persona con la sua insistente e provocatoria presenza nei luoghi frequentati da Giovanna Sanna, la molestava». L’evidenza della prova per il pm starebbe innanzitutto nelle dichiarazioni della donna, e poi l’annotazione dei carabinieri di Ozieri e le sommarie informazioni rese da una terza persona «che pongono in chiaro rilievo – aggiunge il pm – la condotta violenta dell’indagato».

Nell’interrogatorio di garanzia Cuguttu (difeso dall’avvocato Antonio Secci) aveva respinto con forza le accuse e lo stesso gip, che aveva scarcerato il 33enne, scriveva: «Le accuse mosse dalla Sanna nei confronti di Cuguttu devono essere contestualizzate e lette unitariamente ai fatti pregressi dai quali hanno tratto origine e in relazione ai quali persisteva per la Sanna il divieto di avvicinarsi al Cuguttu, ragione per la quale le successive accuse nei confronti dello stesso – sulle quali il pm ha fondato le attuali incolpazioni provvisorie – appaiono dubbie e suscettibili di migliori e più approfondite verifiche in sede di indagini». Verifiche che evidentemente lo hanno poi convinto a disporre il giudizio immediato. L’udienza si terrà a febbraio.

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