La Nuova Sardegna

Sassari

Oggi dal giudice il piromane che vuole una casa

Oggi dal giudice il piromane che vuole una casa

Gianfranco Dore era stato arrestato sabato dopo essersi autoaccusato dell’incendio di un capannone

26 novembre 2018
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SASSARI. Comparirà stamattina davanti al giudice del monocratico del tribunale di Sassari, Gianfranco Dore, il disoccupato sassarese di 46 anni che sabato mattina era finito in manette dopo essersi autoaccusato di aver dato fuoco – per protesta – a una vecchia concessionaria di auto a Predda Niedda.

L’uomo, difeso dall’avvocato Ignazia Maria Spanu, dovrà spiegare al giudice il motivo che due giorni fa lo ha portato a far partire le fiamme all’interno dell’ex rivendita di auto, ora sotto sequestro giudiziario. Le sue motivazioni Gianfranco Dore le aveva già fornite in realtà prima ai vigili del fuoco intervenuti per domare le fiamme e poi ai carabinieri del nucleo radiomobile, ai quali aveva anche consegnato l’accendino con cui aveva fatto divampare l’incendio.

Dopo tredici anni trascorsi in una casa diroccata nelle campagne che confinano con la zona industriale, sabato mattina il disoccupato ha deciso di attirare l’attenzione su di sè con un gesto eclatante. Qualche precedente con la giustizia e un breve “soggiorno” in carcere, sempre per aver dato alle fiamme una macchina, due giorni fa Gianfranco Dore si è lasciato alle spalle la casa diroccata che ha trasformato nella sua abitazione – nella campagna che si affaccia davanti al negozio di casalinghi “Ombra” – e si è incamminato verso l’ex concessionaria Nissan e Subaru. Dopo aver scavalcato la recinzione, l’uomo si è introdotto all’interno del capannone e con un accendino ha fatto partire le fiamme, dando fuoco al parafango di una vecchia Nissan “Note” posteggiata nel garage dell’ex concessionaria. Il rogo si è propagato velocemente a una seconda auto e subito dopo agli arredi del vecchio ufficio utilizzato un tempo per il servizio clienti.

«Sono stato io – ha detto Gianfranco Dore mentre l’incendio non era ancora stato spento – almeno ora mi porteranno in carcere e non passerò il Natale al freddo. Sapete cosa vuol dire vivere dentro una casa diroccata per 13 anni? Io non ne potevo più».

Il disoccupato era stato prima accompagnato al pronto soccorso e poi – su disposizione del pm Paolo Piras – arrestato con l’accusa di incendio. Dopo due notti trascorse in una camera di sicurezza della caserma, stamattina comparirà in tribunale. E non è escluso che anche al giudice chieda di andare in carcere per non tornare nel rudere di Predda Niedda. (l.f.)

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