La Nuova Sardegna

Sassari

Spari per rubare un’auto: no al processo per Pinna

di Nadia Cossu
Spari per rubare un’auto: no al processo per Pinna

Prosciolto il giovane di Nule che sta scontando 20 anni per i delitti Monni-Masala Era accusato di tentato omicidio per un episodio avvenuto a Ozieri nel 2014 

29 novembre 2018
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OZIERI. Non ci sarà un nuovo processo per Paolo Enrico Pinna, il 19enne di Nule che sta già scontando vent’anni di carcere per gli omicidi dello studente di Orune Gianluca Monni e del compaesano Stefano Masala, avvenuti l’8 e il 7 maggio del 2015.

Non finirà ancora davanti a un giudice, quindi, il giovane che – come se non bastassero i più recenti guai giudiziari – era finito al centro di un’altra inchiesta per tentato omicidio e rapina relativamente a un fatto accaduto a Ozieri a gennaio di quattro anni fa.

Gavino Mu, 28 anni, aveva cercato di difendere l’auto del suo amico (tornato a casa, in via Stazione, perché aveva dimenticato il telefonino) e per questo era stato ferito con un colpo di pistola al braccio sinistro: il proiettile gli aveva fratturato l’osso, pochi centimetri e sarebbe stato centrato al cuore. Il rapinatore era riuscito nell’intento di impossessarsi della Mercedes C200 ed era scappato lasciando il giovane ferito a terra. Il proprietario del veicolo, Walter Manzi, 31 anni, anche lui di Ozieri, era tornato in strada nel momento in cui quella persona – dopo avere compiuto una strana manovra – gli era ripassata davanti per poi fuggire a tutta velocità verso il Goceano.

Di quell’episodio era stato ritenuto responsabile proprio Pinna. Ma ieri mattina, al termine dell’udienza preliminare che si è svolta nel tribunale per i minorenni di Sassari, il giudice Antonio Minisola ha accolto la richiesta degli avvocati difensori Angelo Merlini e Fernando Vignes – che hanno sottolineato l’insussistenza degli elementi a carico del loro assistito – e ha disposto di non doversi procedere nei confronti del 19enne. Il procuratore Elena Pitzorno aveva invece chiesto il rinvio a giudizio.

Ma quali erano gli “elementi” di cui erano in possesso gli inquirenti? Sicuramente c’erano delle intercettazioni ambientali nelle quali alcuni ozieresi, commentando l’episodio di via Stazione, ipotizzavano che fosse proprio Paolo Pinna il responsabile. Per quanto riguarda il riconoscimento, la vittima della rapina aveva dato un’indicazione fisica della persona che aveva sparato ma si trattava comunque di descrizioni approssimative. E poi c’erano una serie di “circostanze di contorno” che secondo gli inquirenti avrebbero fatto pendere l’ago della bilancia verso il giovane imputato.

Ma il giudice evidentemente non ha ritenuto che ci fossero prove per mandare Paolo Pinna a processo e infatti lo ha prosciolto.



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