La Nuova Sardegna

Sassari

La storia sconosciuta dell’antico convento di Padria

La storia sconosciuta dell’antico convento di Padria

PADRIA. Non è solo storia antica, quella di Padria, la storia più conosciuta e più studiata, quella che parte dal periodo prenuragico e passa per la Gurulis Vetus di Tolomeo, per arrivare al...

30 novembre 2018
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PADRIA. Non è solo storia antica, quella di Padria, la storia più conosciuta e più studiata, quella che parte dal periodo prenuragico e passa per la Gurulis Vetus di Tolomeo, per arrivare al Medioevo. Ci sono anche le vicende dei secoli successivi, meno note, ma non per questo meno importanti per restituire il profilo di una comunità che comunque ha avuto un importante ruolo nella storia del Nord Sardegna. Le ha ricostruite Salvatore Marruncheddu, nel volume “Padria e il suo convento”, edito dalla Edes.

Un’opera che nasce in maniera quasi fortuita, dettata da una esigenza “tecnica”: quella dell’allora amministrazione guidata da Paolo Cossu di avere una relazione storica sul convento francescano, nella prospettiva di avviarvi un intervento di restauro. Salvatore Marruncheddu vi si dedicò con la passione e la competenza che gli derivano dal suo essere docente di filosofia e storia nelle scuole superiori, oltre che dalla sua stretta vicinanza alle tematiche religiose, in quanto sacerdote. Ne è scaturito un lavoro «che non poteva non essere pubblicato – ha detto Michele Pinna nel corso della presentazione – in considerazione della sua validità e completezza».

Un progetto condiviso fra l’attuale amministrazione comunale, l’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, l’Unione dei Comuni del Villanova. Ne hanno parlato, oltre all’autore, il sindaco Alessandro Mura, l’assessora alla Cultura Pangela Dettori, Lucia Sechi dell’Is.Be, che ha tradotto il libro in sardo, Maria Doloretta Lai presidente dello stesso istituto, l’archivista Stefano Alberto Tedde, Michele Pinna, direttore scientifico del Bellieni. La costruzione del Convento francescano risale al 1610 e fu dovuta alla volontà della contessa Isabella de Ferrera, figlia di Pietro Onofrio De Ferrera, che contribuì alle spese della sua edificazione, mettendo a disposizione il terreno e offrendo un’ingente somma.

Mario Bonu

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