La Nuova Sardegna

Sassari

Tiziano, dalle Alpi a Ozieri con il suo bastone bianco

di Barbara Mastino
Tiziano, dalle Alpi a Ozieri con il suo bastone bianco

L’incredibile impresa in solitaria di un 32enne non vedente di origini logudoresi Partito da Pordenone ha attraversato la penisola viaggiando su aerei, navi e treni

05 ottobre 2019
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OZIERI. Un viaggio in solitaria attraverso l’Italia, dalla provincia di Pordenone alla Sicilia, dalla Toscana sino a Ozieri, per visitare la fidanzata e gli amici. Sarebbe una storia come un’altra se non fosse che il protagonista è un ragazzo non vedente: Tiziano Carlet, 32 anni, in questi giorni sta portando a termine quella che a molti sembrerebbe un’impresa ma per lui, che ama tanto viaggiare, è solo un modo di godersi le ferie. «La difficoltà più grande incontrata in questo viaggio? Tranquillizzare i miei genitori e mia sorella», dice ridendo.

Tiziano è partito il 26 settembre dalla sua casa di Stevenà di Caneva, in provincia di Pordenone, alla volta di Venezia, dove si è imbarcato su un aereo per Palermo. Dal capoluogo della Sicilia ha raggiunto a Cefalù la sua ragazza, Rosa, e ha trascorso con lei quattro giorni prima di partire verso Messina. Qui ha raggiunto Pisa da dove poi si è diretto verso il porto di Livorno alla volta della Sardegna. Da Olbia a Chilivani ha preso un altro treno, e solo alla stazione ha trovato ad attenderlo – senza peraltro averlo chiesto – la cugina ozierese Giuseppina, che lo ha accolto nella casa di famiglia (la nonna di Tiziano era sorella di quella di Giuseppina, entrambe ozieresi).

Insomma, un bel Giro d’Italia compiuto utilizzando tutti i mezzi di trasporto a disposizione, accompagnato solo da una valigia e dal bastone. «La mia cagnolina Daisy l’ho lasciata a casa, ma tanto non è un cane guida» dice con ironia e con una risata contagiosa. Sabato notte Tiziano riprenderà la nave per Livorno e da lì in treno tornerà a casa, dove ricomincerà a lavorare come operatore al centralino nel centro oncologico dell’ospedale di Aviano.

Tiziano è diplomato all’istituto magistrale e ha la qualifica di maestro, ha frequentato l’Università – Scienze politiche a Trieste – ma poi è entrato nel mondo del lavoro e nel frattempo ha continuato a seguire le sue passioni: la musica (suona la chitarra), la letteratura (è un divoratore di audiolibri), i viaggi. «Anche se a dire il vero – rivela – questa è la prima volta che parto da solo. È per questo che da casa mi telefonano mille volte al giorno», conclude con la sua solita risata mentre, con naturalezza, estrae dalla tasca tabacco e cartine e si confeziona e accende una sigaretta. Tiziano racconta la sua vicenda davanti a un caffè, seduto al tavolino di un bar in piazza Garibaldi, dove lo raggiunge anche il sindaco Marco Murgia che, colpito dalla sua storia, ha lasciato per un po’ i suoi impegni per conoscere questo «ragazzo straordinario e la sua bellissima avventura». Ed è una storia allegra, divertente, che parla di musica e viaggi. Tiziano sorride ovviamente quando parla di Rosa, conosciuta tramite amici in comune, «che come me ama i libri e la musica, e che anche se è lontana non mi lascia mai solo e non mi ha allontanato quando ha iniziato a vivere con me la mia condizione». Anche questa durissima affermazione Tiziano la fa con un sorriso, perché è questo il suo biglietto da visita. Un sorriso che è frutto della totale presa di coscienza di un “limite che non lo limita”. Tiziano ha perso la vista a 17 anni a causa di un glaucoma, malattia genetica degenerativa. «Sin dalla nascita, nonostante interventi e cure, sapevamo che prima o poi avrei perso completamente la vista, e forse anche per questo la mia famiglia mi ha insegnato ad allenare la mia indipendenza e a fidarmi di me stesso». E in questi giorni Tiziano ha dato ampia prova della sua autonomia.

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