La Nuova Sardegna

Sassari

I dipendenti del Policlinico sassarese da agosto senza stipendio

I dipendenti del Policlinico sassarese da agosto senza stipendio

Sono assorbiti temporaneamente in altri ospedali, ma Ats e Aou non pagano

06 ottobre 2019
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Dalla padella alla brace. Il calvario dei dipendenti del Policlinico è cominciato dopo il fallimento aziendale, ma è tutt’altro che finito. Infatti, nonostante ora siano temporaneamente in forza all’Ats o all’Aou, da agosto ad oggi non hanno ancora visto un solo euro di stipendio. E non sanno nemmeno quando percepiranno le retribuzioni, perché nessuno è stato in grado o ha voluto fornire rassicurazioni.

«Dopo la chiusura del Policlinico – dice una infermiera – noi dipendenti ci siamo ritrovati ad affrontare un anno molto difficile sia psicologicamente ma sopratutto economicamente».

Nel mese di giugno termina la concessione dei Fis (Fondi di integrazione salariale). Luglio rimane scoperto da ogni tipo di retribuzione, ma in questo mese viene stipulato un accordo tra i sindacati e la Regione che prevede l’impiego dei dipendenti nel progetto Aspal. Si tratta di un progetto che sulla carta ha la finalità di potenziare gli altri presidi sanitari e di contribuire ad erodere le interminabili liste di attesa.

I dipendenti che vi aderiscono prestano il loro servizio in Ats o Aou per un totale di ore che variano (a seconda della categoria) da 54-62 ore mensili con compenso di circa 1000 euro lordi, che al netto si trasformano in 550 euro circa. La maggior parte dei medici in forze al Policlinico hanno declinato l’offerta e ripiegato su impieghi più redditizi.

«Il progetto Aspal è partito il 7 agosto. Siamo ad ottobre e non abbiamo ancora ricevuto nessun compenso. Siamo madri, padri di famiglia, persone singole con un mutuo da pagare e tante altre spese da affrontare e ancora una volta la nostra dignità viene distrutta. Con la carenza di personale che c è in questo periodo perché non farci dei contratti seri lavorando a tempo pieno e sopratutto retribuiti nel modo adeguato?».

E ancora: «Nonostante non sia arrivata una sola busta paga, non ci tiriamo affatto indietro quando c’è da rimboccarsi le maniche. Copriamo festivi e notturni pur sapendo che per noi non sono previste indennità, visto il contratto e visto il compenso. Invece ci ritroviamo a coprire poche giornate al mese "gratis". Sinceramente, dopo tutto quel che abbiamo passato, adesso siamo anche stanchi».

«Nessuno che ci da notizie su quando e come riceveremo i pochi soldi che ci spettano. Ci sono diverse persone vincitrici di selezioni pubbliche con i reparti al collasso e bloccano le selezioni per sfruttare noi a costo zero. A che santo ci dobbiamo rivolgere?». (lu.so.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.
In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 5mila persone sfila per le vie della città

Le nostre iniziative