La Nuova Sardegna

Sassari

Alghero, per Monica arrivano le flebo con le calorie giuste

Alghero, per Monica arrivano le flebo con le calorie giuste

La paziente con il morbo di Crohn deve ingrassare di 10 chili per poter sottoporsi a un intervento

10 novembre 2019
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ALGHERO. Monica da ieri ha una marcia in più. Proverà a guadagnare etto su etto, ogni giorno, fino a tagliare nel più breve tempo possibile il traguardo dei dieci chilogrammi, quello che le consentirà l’ingresso in sala operatoria. Finalmente, dopo settimane di attesa e dopo gli articoli della Nuova Sardegna, sono arrivate le sacche che contengono il farmaco corretto, l’alimentazione calibrata per la sua patologia. Quattro flebo di nutrimento liquido che la tireranno su per quattro giorni.

L’obiettivo è acquistare un chilo e mezzo a settimana, ovvero un risultato simile a quello ottenuto con la terapia prescritta al Policlinico Gemelli durante il ricovero a Roma. Ora pesa 41 chili, e deve raggiungere quota 48. Probabilmente se in queste tre settimane di permanenza ad Alghero la Farmacia ospedaliera fosse stata in grado di erogare delle sacche contenenti il giusto numero di calorie, Monica sarebbe già finita sotto i ferri, e magari avrebbe migliorato i suoi pesantissimi problemi di salute. Ha 43 anni e il morbo di Crohn in vent’anni l’ha pian piano prosciugata. Le ha tolto le energie e l’ha pian piano spolpata. È arrivata a pesare 37,5 chili, la pelle che aderisce alle ossa, e da un po’ di tempo il cibo scorre solo attraverso un tubicino e un ago. Si chiama regime di nutrizione parentale totale, cioè una sacca di Olimel, dal colore biancastro e un odore nauseabondo. La colpa è di una fistola duodeno-ileale che non le consente di digerire e assorbire gli alimenti. L’intervento chirurgico serve proprio a rimuoverlo. Ma per affrontarlo in condizioni di sicurezza, dovrebbe rimettersi in forze e aumentare di almeno dieci chili.

A questo servono le bombe di calorie liquide: 2200 al giorno, per la precisione, da somministrare con una sacca a 84 ml l’ora. Ma quelle disponibili nelle farmacie ospedaliere di Alghero e Sassari non erano mai equivalenti ai valori prescritti dagli specialisti del Gemelli, e i risultati terapeutici non erano così efficaci. La figlia di Monica, preoccupata per il peggioramento delle condizioni fisiche e psicologiche della mamma, piegata in due dai dolori e a stento in grado di camminare, ha deciso di denunciare pubblicamente il calvario che stavano affrontando, con il paradosso di una burocrazia che mette a rischio la vita di un paziente. Ora le flebo giuste sono arrivate, la terapia sembra corretta, e Monica può affrontare la sua battaglia per la guarigione con la giusta energia. (lu.so.)
 

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