La Nuova Sardegna

Sassari

UNA REAZIONE SUBITO O SARÁ TROPPO TARDI

di GIANNI BAZZONI

É come avere apparecchiato la tavola con i prodotti migliori che il tuo territorio può offrire e poi non avere neppure una sedia perché altri hanno fatto prima e hanno occupato tutti i posti. No,...

20 novembre 2019
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É come avere apparecchiato la tavola con i prodotti migliori che il tuo territorio può offrire e poi non avere neppure una sedia perché altri hanno fatto prima e hanno occupato tutti i posti. No, nemmeno perché sono stati più bravi, semplicemente perché Porto Torres non ha un percorso certo da anni, non sa dove andare, non riesce a fare scelte, non sa più farsi rispettare. Nel progetto industriale, al quale conferisce il 90 per cento delle aree e garantisce il 95 per cento dei proventi, Porto Torres ha un ruolo ininfluente. C’erano gli accordi tra enti aderenti al Cipss ma li hanno cambiati in corsa e Sean Wheeler l’ha scoperto quando la Nuova ha anticipato le mosse dei vicini di casa, soci nel Consorzio. Il sindaco allora era partito con una lettera di protesta, quasi di “richiamo”, che non ha prodotto risultati. La città è fuori non solo dalla guida del Cipss, ma anche dalla controllata Asa (Asi Ambiente) che era stata “inventata” proprio a Porto Torres. I Comuni di Sassari e Alghero e la Provincia di Sassari hanno deciso così. Il risultato è che la capitale dell’industria in Sardegna, quella delle grandi lotte operaie, non c’è più. Conta meno di niente. E solo in parte è colpa di chi amministra oggi. Il Cipss è un capitolo della storia più complessiva di una città che ha perso tutto: ha l’Asinara, l’isola-parco che ricade per intero nel territorio di Porto Torres, ma da più di tre anni manca il presidente e la gestione diretta è coordinata dal sindaco di un altro comune (Stintino), che pure fa la sua parte considerato che Regione e ministero dell’Ambiente non battono un colpo. C’è il porto che cresce e va oltre il milione di passeggeri nonostante abbia il freno a mano tirato per il ritardo delle opere fondamentali per il rilancio. Porto Torres è diventata un peso piuma soprattutto perché la politica si è dissolta: le segreterie dei partiti sono state sostituite da singole figure, in qualche caso i partiti storici sono stati divisi in due o tre fazioni. Così si perde, anche se hai il campo più bello, se le risorse sono di prim’ordine. Porto Torres non riesce più a reagire, a curarsi, a muovere passi decisi nel cammino della rinascita. Perde pezzi e le parti che cadono non fanno rumore. Nessuno si indigna. Tra sei mesi si vota, serve una scossa. Prima che sia troppo tardi.



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