La Nuova Sardegna

Sassari

Tre rapine in tre giorni nel centro di Sassari

Luca Fiori
Via Università
Via Università

L’escalation di episodi di delinquenza preoccupa i commercianti: «Siamo noi il presidio del quartiere»

22 dicembre 2019
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SASSARI. Nel deserto di via Università può accadere di tutto. Anche che un rapinatore solitario – armato un giorno di coltello, quello precedente di un collo di bottiglia affilato – semini il terrore tra i commercianti e riesca a mettere a segno tre rapine in tre giorni senza finire in carcere.

L’ultimo colpo è stato sventato giovedì sera alle 18 dalla reazione di Amin Matubber, il commerciante del Bangladesh di 27 anni, già vittima di una rapina un mese fa, anche quella in pieno giorno. E anche in quel caso, il rapinatore che alle 10.30 del mattino lo aveva colpito con un pugno al volto per portargli via alcune bottiglie di alcoli e altri oggetti presi dagli scaffali, se l’era cavata con una denuncia a piede libero.

Giovedì sera la scena si è ripetuta, ma questa volta il malvivente aveva in mano un coltello ed era pronto a tutto per mettersi in tasca un po’ di contanti. Nonostante questo gli agenti della squadra volante intervenuti per bloccarlo non lo hanno potuto arrestare, ma solo denunciare a piede libero. La vittima della rapina ha riportato dieci giorni di cure e ora teme che il malvivente possa tornare. Ma la cosa più sconcertante è che l’uomo – un 37enne sassarese conosciuto dalle forze dell’ordine – aveva già colpito nella stessa via i due giorni precedenti, accanendosi contro un connazionale di Amin Matubber che gestisce un altro mini market. «Mi ha rapinato due volte nell’arco di meno di 24 ore – racconta Jalil Saib Nasir, commerciante di 19 anni – e in tutte e due i casi ho presentato denuncia ai carabinieri. La prima volta, martedì, mi ha portato via 70 euro dalla cassa – spiega il commerciante – il giorno seguente mi ha puntato in faccia una bottiglia rotta e mi ha detto che mi avrebbe tagliato la gola, poi si è allontanato portandomi via due bombole di gas». L’escalation di violenza preoccupa anche i commercianti storici della zona. «Servirebbero più telecamere – spiega Angela Del Rio dello storico negozio di frutta e verdura della via – e il ripristino dei carabinieri di quartiere che garantivano un ottimo deterrente per la delinquenza».

Per Pinuccio Mangatia, altro volto storico della via, «le forze dell’ordine si vedono spesso da queste parti e la zona sta provando a riprendersi dalla crisi – spiega il commerciante – ma se i rapinatori vengono fermati e il giorno stesso tornano in libertà è chiaro che continueranno a delinquere». Valentina Carta della Salumeria Adelaide di via Capo D’Oro non nasconde la paura. «Siamo molto preoccupati – spiega la commerciante – queste situazioni accadono sempre con più frequenza, e soltanto in queste occasioni vediamo un via vai di forze dell’ordine. Il presidio più vicino è piazza Castello, il resto del centro lo presidiano noi, residenti e commercianti. Vorremmo essere più sicuri di lavorare con serenità».

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