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Sassari, marcia indietro sui botti: la protesta degli animalisti

Sassari, marcia indietro sui botti: la protesta degli animalisti

L’ordinanza rettificata inserisce una finestra che consente i petardi a Capodanno. L’avvocato Cappai: «Rischi per cani e gatti ma anche per persone e ambiente»

28 dicembre 2019
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SASSARI. Dal bando totale dei “botti” ovunque e per tutto l’anno, alla marcia indietro che consente di sparare petardi nella notte più calda, quella di Capodanno, fino alle 2 del mattino. Desta molte perplessità l’ordinanza “rettificata” emanata dal sindaco Gian Vittorio Campus relativa all’uso di petardi e fuochi d’artificio nel territorio comunale. Un testo, messo in piedi in fretta e furia il 23 dicembre, dopo che a Palazzo Ducale è arrivata la nota ufficiale di proteste firmata del presidente dell’Anisp, l’associazione nazionale imprese spettacoli pirotecnici.

Ordinanza che, sottolinea il Comune in una nota, di fatto lascia il divieto per i botti per tutto l’anno, ma solo nell’arco dei 300 metri dalle zone sensibili, e inserisce una deroga specifica che consente l'uso degli articoli pirotecnici dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, con una ulteriore eccezione per le notti di Natale e Capodanno, in cui è autorizzato l'uso fino alle 2 e dell’Epifania fino alle 24.

A Capodanno si potrà “sparare”, insomma. Con i produttori e venditori di articoli pirotecnici che si sono fatti forti del fatto che ordinanze simili a quella emanata il 13 dicembre da Campus sono state più volte impugnate e “cassate” dal Tar, sia perché non si può vietare la vendita di prodotti conformi alle direttive Ce, che quindi rispettano già i criteri di sicurezza e di emissioni acustiche, genericamente in tutto il territorio comunale, sia, soprattutto, perché i giudici amministrativi non considerano l’ordinanza contingibile e urgente lo strumento corretto, invitando i Comuni a predisporre un regolamento apposito in materia.

Rimaneva la possibilità, come il sindaco ha fatto, di regolamentare l’utilizzo dei botti in luoghi e ore specifiche, con Campus che ha “salvato” il divdivieto definitovo nelle aree sensibili, dando però il via libera ai petardi fino alle 2 di notte di Capodanno, il giorno più caldo e pericoloso.

«Il problema è serio – sottolinea Salvatore Cappai – e mentre si dibatte su quale sia lo strumento corretto i danni si producono». Lui, avvocato nel foro di Sassari, è un vero esperto della “tutela degli animali”, ed è autore di un bestseller in materia, il libro “Noi possiamo entrare! – storie, regole e consigli per una serena vita a sei zampe”, una guida pratica (e anche legale, pur senza alcun tecnicismo) alla convivenza con gli animali da compagnia.

«È ormai un dato pacifico – sottolinea Cappai – che la concentrazione di esplosioni dei cosiddetti “botti” nella notte di capodanno causi, oltre a problemi seri alle persone, gravi danni alla fauna (animali domestici e selvatici). Secondo fonte Wwf, solo in Italia muoiono circa 5.000 animali per via dei rumorosi festeggiamenti di fine anno. Peraltro si genera un inquinamento dell'aria superiore a quello di diversi inceneritori, cosa che di questi tempi non dovrebbe lasciarci indifferenti. In particolare, sono pesantissimi gli effetti sugli animali domestici, colti da violenti attacchi di panico e spesso malori letali. A prescindere da ordinanze o regolamenti, di cui è comunque indispensabile dotarsi sia a livello nazionale che locale, l’auspicio è che sia prima ancora della normativa la maturità sociale a risolvere il problema. I botti possono essere pericolosi per la salute degli esseri umani e dei loro amici a quattro zampe. E un passatempo non può prevalere sul benessere di persone in difficoltà e animali, oltre che sulla sanità ambientale».

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