La Nuova Sardegna

Sassari

i sindacati 

«Difesa anche la sanità del Sassarese»

Per Cgil, Cisl e Uil l’annunciata riforma deve soddisfare i territori

11 gennaio 2020
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SASSARI. Con la firma dei contratti, Cgil, Cisl e Uil incassano il risultato straordinario della ripresa dell’attività del Policlinico Sassarese e del contemporaneo salvataggio di 111 posti di lavoro. «La riassunzione è un momento decisivo di un percorso che abbiamo costruito e che ci ha anche coinvolto emotivamente: non si può non essere soddisfatti di vedere i lavoratori raggiungere l’obiettivo che tutti ci eravamo prefissati, ma che non era scontato».

Una vertenza che Cgil e Cgil Fp, con Massimiliano Muretti e Paolo Dettori, Cisl e Cisl Fp (con Armando Ruzzetto e Antonio Monni) e Uil (con Augusto Ogana) hanno avviato anche a difesa della sanità sassarese e del Nord Ovest dell’isola. «La nostra mobilitazione si inserisce nel discorso più ampio della riforma sanitaria, che oltre all’attenzione per il settore privato, è rivolta a quello pubblico con lo scopo di migliorare la qualità dell’assistenza penalizzata dalla disastrosa riforma dell’assessore regionale Luigi Arru».

Un’attenzione che, annunciano i sindacati, resterà sempre alta «perché le esigenze dei territori devono essere soddisfatte».

A questo proposito i confederali affermano «che l’attuale giunta regionale e l’assessore alla Sanità Mario Nieddu, nel caso del Policlinico Sassarese hanno concesso gli accreditamenti di specialità che si incastrano proprio con i bisogni che sono stati individuati nel territorio, permettendo così che i finanziamenti ottenuti finora dalla struttura non si disperdessero nel resto dell’isola».

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