La Nuova Sardegna

Sassari

Campo Maria Pia, Usai patteggia 2 anni

di Nadia Cossu

L’inchiesta sugli impianti sportivi, a giudizio l’ex Juve Cuccureddu e altri tre imputati. Accordo sulla pena per due dirigenti

15 gennaio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. In quattro andranno a processo, gli altri tre hanno patteggiato la pena davanti al giudice Carmela Rita Serra. Si è chiusa ieri mattina l’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta per induzione indebita a dare o promettere utilità, turbativa d’asta e falso ideologico che vede imputati a vario titolo Antonello Usai (all’epoca vicesindaco e assessore allo Sport del Comune di Alghero), Giansalvo Mulas e Giancarlo Chessa (dirigente del settore Sport e impiegato), l’ex campione di Juve, Torres e della Nazionale Antonello Cuccureddu, suo nipote Efisio Balbina (segretario dell’associazione dilettantistica che porta il nome dello zio), Mirko Calisai e Andrea Corona (membri della commissione giudicatrice).

L’inchiesta condotta dai carabinieri del Noe – che tre anni fa investì come uno tsunami il municipio di Alghero – è coordinata dal pm Giovanni Porcheddu e riguarda le presunte irregolarità nell’affidamento in gestione per sei anni del campo di calcio e della pista di atletica nel complesso sportivo di Maria Pia.

All’esito dell’udienza di ieri Usai (difeso dagli avvocati Agostinangelo Marras e Francesco Carboni) ha patteggiato due anni (disposta per lui l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni), Mulas (assistito dall’avvocato Nicola Satta) ha patteggiato un anno e Chessa (assistito da Danilo Mattana e Antonello Pais) ha patteggiato un anno e due mesi. Andranno invece a dibattimento, con il processo che comincerà il 27 marzo, Cuccureddu e Balbina (difesi dall’avvocato Marras), Calisai (assistito da Giuliano Tavera) e Corona (difeso da Stefano Carboni).

Secondo gli inquirenti il bando pubblico di gara per l’affidamento in gestione di quella struttura non si sarebbe svolto secondo le norme di legge ma ci sarebbe stata invece una «violazione dei principi di imparzialità e trasparenza». Condotta che avrebbe consentito alla società sportiva di Cuccureddu di avere la meglio sulla diretta concorrente: la “Algherorugby”.

Gip e Riesame avevano evidenziato, attraverso la mole di intercettazioni, come ci fosse «la chiara volontà del vicesindaco Usai di assegnare in concessione l’impianto di Maria Pia alla società di Cuccureddu e la sua continua e pressante opera di induzione nei confronti dei membri della commissione di gara Mulas e Chessa finalizzata a conseguire il risultato voluto». E questi ultimi avrebbero «ceduto a tali pressioni». Cuccureddu e Balbina, invece, sarebbero stati «pienamente consapevoli della volontà di Usai di favorire la loro società nella procedura di gara».

Sulla scelta del patteggiamento per Usai sono intervenuti gli avvocati Marras e Carboni: «Si è chiesta e ottenuta dal giudice l’applicazione della pena nonostante si ritenesse infondata l’accusa – hanno spiegato – Il reato contestato prevede una pena che, in caso di condanna, determina l’arresto dell’imputato. Questo perché la legge cosiddetta “spazzacorrotti” impedisce misure alternative per i reati contro la pubblica amministrazione quando la pena supera i due anni e dunque la soglia per la sospensione condizionale. Noi difensori abbiamo voluto evitare qualsiasi rischio e, senza alcuna ammissione di responsabilità da parte di Usai, abbiamo optato per il patteggiamento».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative