La Nuova Sardegna

Sassari

Il Pup supera i 60 studenti e investe su nuovi servizi

Il Pup supera i 60 studenti e investe su nuovi servizi

Nuovo record di iscrizioni per il polo universitario penitenziario dell’Università Pubblicato il nuovo bando per 34 tutor: le domande entro il 20 gennaio

18 gennaio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Sessantasei studenti, di cui 35 nuovi immatricolati in 15 diversi corsi di laurea. È il record degli iscritti raggiunto nell’anno accademico 2019/2020 dal Pup, acronimo di “Polo universitario penitenziario”, che si conferma così una eccellenza dell’Università di Sassari. «Un traguardo che conferma e rafforza quanto già ottenuto negli scorsi anni – commenta il professor Emmanuele Farris, delegato del Rettore per il PUP –. Per la prima volta siamo presenti contemporaneamente in cinque istituti penitenziari sardi (Alghero, Nuoro, Oristano, Sassari e Tempio) e in 5 istituti nella penisola (Cuneo, Regina Coeli, Rossano Calabro, Sulmona e Tolmezzo), dove abbiamo studenti in tutti i circuiti di detenzione, dalla media sicurezza al 41bis».

Molto soddisfatto anche il rettore Massimo Carpinelli. «Il Polo universitario penitenziario è un presidio di inclusività – dice –, che l’Università di Sassari intende implementare anche in futuro, in un’ottica di miglioramento continuo delle proprie politiche di apertura e radicamento territoriale, destinate ad utenze con esigenze specifiche, tra le quali appunto gli studenti in regime di detenzione». «Il Pup – prosegue il rettore – è anche uno strumento per potenziare le sinergie con gli altri trenta atenei italiani che realizzano attività didattica in ambito penitenziario, riuniti dal 2018 nella Conferenza nazionale universitaria dei poli penitenziari».

Il modello Pup si basa su un partenariato istituzionale diffuso, costantemente arricchito e rinforzato. «Al centro c’è l’intesa tra Università e amministrazione penitenziaria, con la quale abbiamo stabilito negli anni un bel modello di collaborazione tra istituzioni ed efficientamento della macchina amministrativa statale – prosegue Farris -. In particolare con il Provveditorato regionale di Cagliari, il dipartimento di Roma. A queste partnership “strutturali” se ne aggiungono altre essenziali per la riuscita del progetto, con il Tribunale di Sorveglianza, il dipartimento per la giustizia minorile e il nostro Ersu Sassari, partner fondamentale di questo progetto che da anni eroga fondi per l’acquisto di libri di testo destinati agli studenti detenuti».

Le risorse umane sono al centro del progetto: staff didattico, segreteria e nuovi tutor. L’Università di Sassari anche quest'anno ha garantito tre servizi avviati lo scorso anno: l'Orientamento per diplomati, il supporto amministrativo per le iscrizioni in carcere, l'accoglienza in ingresso dei nuovi studenti. «Un’azione capillare – conclude il professor Farris – che ha visto l'adesione di un numero elevato di docenti (15 referenti ) e di personale amministrativo dell'Università (16 unità)». Tra i progetti da realizzare ci sono le aule didattiche nei penitenziari e l’introduzione di servizi informatici.

Ma la vera novità rispetto allo scorso anno è l’attivazione della Segreteria del PUP. «Si tratta – spiegano in ateneo – di un servizio importantissimo per supportare gli studenti detenuti nella gestione della propria carriera universitaria, reso possibile dall’utilizzo delle risorse derivanti dal fondo premiale da 220mila euro ricevuto (unico ateneo in Italia) nel 2018 dal Miur». Su questo fondo, dopo le 23 posizioni per tutor bandite lo scorso anno, che hanno permesso di erogare 1700 ore di tutoraggio a 34 studenti, quest’anno si replica con un nuovo bando per 17 tutor (33 studenti beneficiari per un totale di 1542 ore), con scadenza il 20 gennaio alle 13. Il bando è stato pubblicato sul sito dell’Università di Sassari.

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative