La Nuova Sardegna

Sassari

Fuori strada col figlio sulla Uri-Alghero, mamma a processo

di Nadia Cossu
Fuori strada col figlio sulla Uri-Alghero, mamma a processo

Il bimbo di 4 anni finì in Rianimazione e ora sua madre deve rispondere di lesioni stradali colpose

19 gennaio 2020
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SASSARI. È finita a processo con l’accusa di lesioni stradali colpose per via dei traumi riportati dal suo bambino in un incidente stradale, da lei provocato, avvenuto sulla 127 bis che collega Uri e Alghero.

Quel 18 ottobre del 2016 il piccolo (che oggi ha quasi 8 anni) viaggiava nel sedile posteriore della Seicento guidata da sua mamma di 32 anni. Era nel seggiolino, la cintura di sicurezza allacciata, tutto era perfettamente in regola. Poi un attimo di distrazione e la convinzione – sbagliata – che quell’automobilista che proveniva dalla direzione di marcia opposta, al volante della sua Volkswagen Polo, dovesse svoltare a destra, verso Putifigari e Villanova Monteleone, e non andare dritto. Un impatto violento a seguito del quale la donna riportò due fratture all’altezza del bacino. Il bambino, che apparentemente non sembrava avere gravi traumi, fu accompagnato in ospedale assieme alla mamma e da qui ricoverato in Rianimazione per un lieve trauma cranico. Subì un intervento chirurgico e le sue condizioni per fortuna migliorarono rapidamente.

Ma la recente legge che disciplina l’omicidio stradale fa riferimento anche alle lesioni stradali e prevede che, quando la prognosi è superiore ai quaranta giorni, le autorità competenti procedano d’ufficio.

In questo caso, avendo la donna causato l’incidente per un suo errore, è finita in i tribunale imputata in un processo dove la parte offesa è il padre del bambino, ossia suo marito. E tra i vari paradossi contemplati talvolta dalla giustizia accade anche che sempre la mamma del bimbo, quindi l’imputata, abbia ottenuto dall’assicurazione il risarcimento per il figlio, in quanto passeggero trasportato.

Due giorni fa la donna, difesa dall’avvocato Edoardo Morette, è comparsa in aula davanti al giudice Mauro Pusceddu. È stato sentito come testimone il maresciallo dei carabinieri Matteo Secchi che quattro anni fa si occupò di coordinare i rilievi dell’incidente, raccogliere le testimonianze e svolgere le indagini successive. In udienza anche un consulente della difesa che ha stabilito come il bambino non avesse riportato lesioni permanenti. Fatto, questo, che potrebbe comportare un alleggerimento della posizione processuale della mamma.

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