La Nuova Sardegna

Sassari

La Cisl: «All’Alivesi un infermiere e due Oss per 20 lungodegenti»

SASSARI. Un infermiere e un operatore socio sanitario per 20 pazienti. La Cisl lancia l'allarme sulla mancanza di personale e le relative difficoltà sull’assistenza dei pazienti all’ospedale...

25 gennaio 2020
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SASSARI. Un infermiere e un operatore socio sanitario per 20 pazienti. La Cisl lancia l'allarme sulla mancanza di personale e le relative difficoltà sull’assistenza dei pazienti all’ospedale «Alivesi» di Ittiri, dove è ospitato il reparto di Lungodegenza. «Stiamo parlando di un reparto con 20 posti letto, una casistica di pazienti per lo più anziani affetti da gravi e più patologie croniche la cui assistenza richiede un impegno significativo degli operatori», spiega il segretario territoriale Cisl Fp di Sassari, Antonio Monni.

«L’organico ufficiale risulta composto da otto infermieri, otto operatori socio sanitari e tre ausiliari. Di fatto però, tra esenzioni e limitazioni disposte dal medico, assenze per malattie di media e lunga durata, il numero del personale disponibile è dimezzato, così che al turno di mattina di solito è presente un infermiere e due Oss, mentre al pomeriggio ci sono solo un infermiere e un Oss – afferma il segretario Monni – . Due, massimo tre persone per prendersi cura di 20 pazienti, somministrare loro le terapie, lavarli, distribuire i pasti, riordinare, conferire i rifiuti, accettare i ricoveri».

Una situazione denunciata dal sindacalista in una lettera inviata ai vertici della Ats e dell’Assl di Sassari, con cui la Cisl Fp chiede soluzioni immediate «affinché si utilizzino le graduatorie e si assegnino risorse professionali nuove, al fine di assicurare almeno un minimo di assistenza dignitosa ai degenti, e consentire al personale di poter svolgere la propria professione in un ambiente di lavoro protetto e sicuro».

Secondo il sindacato, infatti, la Lungodegenza di Ittiri è «una polveriera che potrebbe implodere a discapito della qualità del servizio e a danno dei poveri pazienti, nonché sulla salute psico-fisica del personale in evidente difficoltà, costretto anche a saltare e differire il godimento dei riposi settimanali, ed esposto anche al rischio di incorrere in errori durante l’esercizio della professione».

Non è la prima volta che il sindacato denuncia le forti difficoltà organizzative e la penuria di risorse professionali, nonché le condizioni proibitive con le quali il personale è costretto ad operare che attanagliano il reparto. Per questo è urgente porvi fine.

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