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Sassari

Sassaro, un anno di attesa per pratiche invalidi: l’Ats corre ai ripari

di Luigi Soriga
Sassaro, un anno di attesa per pratiche invalidi: l’Ats corre ai ripari

Verrà potenziato l’organico a supporto dei medici legali Sulle criticità della Radioterapia l’Aou non ha soluzioni

31 gennaio 2020
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SASSARI. La sanità sassarese è con la spia rossa accesa. I manager di Ats e Aou, ieri mattina, sul tavolo della commissione regionale, hanno provato a ipotizzare qualche soluzione.

A sollecitare l’audizione, la settimana scorsa, era stato il consigliere Antonello Peru (Cambiamo), che aveva posto l’accento su una serie di criticità: gli enormi ritardi delle commissioni Invalidità, Ciechi e Patenti speciali per quando riguarda la competenza Ats. E le emergenze nelle liste d’attesa, nei tempi di erogazione della Radioterapia e il rispetto dei livelli assistenziali per quanto riguarda Ospedale Civile e Aou.

Ats. Ieri, in aula consiliare regionale, si è presentato il commissario straordinario Giorgio Steri, il quale ha assunto una serie di impegni. Si parte dalle patenti speciali. Nella sede di Rizzeddu, gli utenti che devono rinnovare una licenza di guida sono costretti ad alzarsi alle 4 del mattino per accaparrarsi i soli 40 numeretti disponibili. Molti di queste persone in fila provengono da Olbia e da La Maddalena. «Ho proposto di attivare una sottocommissione anche in Gallura – ha detto Peru – e Steri è parso interessato all’ipotesi. Però, perché diventi concreta, occorre una delibera di giunta regionale. Ci muoveremo in questa direzione». Sul fronte del potenziamento di organico, invece, l’impegno dell’Ats è quello di assumere a brevissimo un dipendente amministrativo, che si occupi della gestione delle prenotazioni e dei numeretti. In più verrà chiesto il supporto della Brigata Sassari per avere il coinvolgimento anche di un medico militare all’interno delle commissioni. Su questo fronte invece occorre l’autorizzazione del Ministero.

L’altro grande disservizio riguarda la commissione Ciechi che non si riunisce più dallo scorso aprile. Significa che i non vedenti, pur avendone diritto, non usufruiscono di indennità o accompagnamento, perché le loro pratiche da mesi sono in standby in un cassetto. Gli oculisti di Alghero e Ozieri e Sassari, che dovrebbero presenziare alle sedute della commissione, non sono disponibili per carenze di organico nelle strutture di appartenenza. I primari infatti non concedono la loro disponibilità.

Quindi Steri ha annunciato di voler reclutare un medico ambulatoriale che potrà partecipare alle sedute settimanali e pomeridiane della commissione, usufruendo dell’indennizzo a gettone. Infine c’è il grosso problema delle pratiche dell’Invalidità civile: il piano sassarese prevede una pianta organica della Medicina legale di quattro unità. Questo nonostante il fabbisogno di medici, parametrato all’utenza, dovrebbe essere di 6. Tuttavia con i recenti pensionamenti e le mancate sostituzioni, gli unici medici legali in servizio sono due, e non sono assolutamente in grado di star dietro alle incombenze che la burocrazia gli impone. La carenza di personale, inevitabilmente, ha fatto sì che una nuova pratica possa essere sbrigata dopo un anno di attesa. Il manager Steri ha illustrato degli interventi tampone: questa settimana verrà reclutato un medico legale da Olbia, e un medico della Igiene pubblica dalla Assl di Sassari. Con questi apporti la commissione Disabilità dovrebbe marciare più spedita. «Ci siamo dati appuntamento tra due mesi per fare il punto della situazione – dice Antonello Peru – in modo da verificare se le condizioni insostenibili per gli utenti nel frattempo siano migliorate».

Aou. Il direttore generale pro tempore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Nicolò Orrù ha messo subito le mani avanti sulla possibilità di migliorare le prestazioni della Radioterapia: senza risorse e con quella dotazione tecnologica, non si possono fare miracoli e non ci sono soluzioni immediate.

Le apparecchiature sono obsolete e risalgono addirittura al 2001, c’è carenza di personale medico e tecnico, e numerosi pazienti sono costretti a emigrare a Milano e Torino per svolgere protocolli che invece potrebbero essere gestiti alle Cliniche di San Pietro. Il tutto con rimborsi e costi per la sanità molto ingenti, e disagi per gli utenti altrettanto pesanti. «Non essendoci risorse pubbliche per acquistare apparecchiature più moderne – dice Peru – la mia proposta è quella di aprire il campo ai privati. Le soluzioni possono essere molteplici: leasing, noleggio project financing. Insomma esternalizzare il servizio, e avere la radioterapia efficiente chiavi in mano, sia con i macchinari e sia col personale».

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