La Nuova Sardegna

Sassari

L’anno scorso le scritte minacciose sui muri

L’anno scorso le scritte minacciose sui muri

L’avvertimento il giorno della festa patronale. Il presidente della Coop disse: «Fatto circoscritto»

04 febbraio 2020
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SASSARI. Alla fine di agosto dell’anno scorso le minacce, le scritte apparse sui muri del paese, a poca distanza dal campo sportivo, nel giorno della festa patronale. Una data scelta non a caso. I messaggi erano diretti a lui, a Salvatore Palitta, presidente della Cooperativa “La concordia” di Pattada e dal 2015 anche del Consorzio del Pecorino Romano.

Le scritte erano state cancellate subito, appena segnalate alle 7.30 del mattino, ma quelli sono messaggi che lasciano il segno e feriscono dentro.

Salvatore Palitta non aveva nascosto l’amarezza per l’accaduto e aveva commentato: «É una cosa che mi dispiace, però penso che debba essere ridimensionata a un fatto locale, molto circoscritto. Noi non abbiamo mai avuto grossi problemi. Qualche tempo fa il danneggiamento alle auto. Ma sempre in contesti che sappiamo non essere parte della vertenza latte».

Lo disse chiaro allora, Palitta: «Questa storia non c’entra niente con la vertenza latte».

Dopo quei messaggi minacciosi, il presidente della Coop “La concordia” non volle commentare oltre, si limitò a dire che «i carabinieri stanno lavorando».

Ma nell’ambiente in tanti non avevano nascosto il fatto che nel corso degli anni certe situazioni sono sfuggite di mano, soprattutto a causa di una ricerca esasperata della notorietà «con forme di esaltazione che hanno prodotto ulteriori problemi a quelli già esistenti».

Nel valutare l’episodio specifico delle minacce apparse sui muri del paese, Salvatore Palitta aveva concluso dicendo «che chi fa determinate cose sceglie momenti particolari, come in occasione della festa patronale di Pattada. Il mondo è questo, ma il fenomeno è circoscritto, ne sono sicuro».

Ieri dalle scritte minacciose si è passati ai fatti: il fuoco per distruggere, come troppo volte capita (ed è successo di recente a Burgos con l’attentato al vice sindaco Tonino Nieddu) per seminare paura e caricare di tensione i territori dove tante gente perbene lavora tutti i giorni con sacrifici per creare lavoro, valorizzare l’economia, rimuovere vecchi sistemi che affondano progetti e speranze. Serve una risposta forte da parte dello Stato, prima che sia troppo tardi. (g.b.)



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