Sassari, calci e pugni alla ex, il perito: «L'uomo era in sé»
Un 42enne a processo per tentato omicidio, dal gup la relazione dello psichiatra
06 febbraio 2020
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SASSARI. La perizia psichiatrica ha stabilito che Pasqualino Bichiri era capace di intendere e volere quando, a ottobre del 2018, massacrò di botte l’allora compagna facendola finire in ospedale. Episodio per il quale fu arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
Bichiri, 42 anni, affronterà il processo con rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica (così come chiesto dall’avvocato difensore Claudio Mastandrea). Perizia che ha stabilito come l’imputato fosse in sè durante quell’aggressione. Aveva riempita di botte la convivente, una sassarese di 53 anni, tanto che la povera donna aveva riportato traumi e fratture multiple ed era stata ricoverata in ospedale con una prognosi iniziale di 30 giorni di cure.
Una relazione tormentata, quella fra i due, fatta di minacce, insulti, offese, botte. Fino al 13 ottobre 2018: alle 21.30 erano arrivate chiamate allarmanti alla centrale operativa del 113 per segnalare che in una casa del centro storico di Sassari stava accadendo qualcosa di molto grave. E bisognava fare presto. La tempestività dell’intervento aveva sicuramente evitato conseguenze ben più gravi. L’uomo, infatti, era stato bloccato mentre stava colpendo con pugni e calci la compagna, parte degli arredi della casa erano già stati distrutti. Pasqualino Bichiri era stato bloccato a fatica dagli agenti delle volanti, perché si era scagliato con violenza anche contro di loro. Nel frattempo sul posto erano arrivati gli operatori del 118 che avevano prestato le prime cure alla donna.
L’uomo era stato già arrestato in passato – nel 2003 – per maltrattamenti e violenza in famiglia. Una storia che si era ripetuta anche nel 2008. Il processo è stato aggiornato al prossimo 13 febbraio quando verrà discussa la perizia dello psichiatra Vito La Spina. Nel frattempo Bichiri è stato scarcerato. (na.co.)
Bichiri, 42 anni, affronterà il processo con rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica (così come chiesto dall’avvocato difensore Claudio Mastandrea). Perizia che ha stabilito come l’imputato fosse in sè durante quell’aggressione. Aveva riempita di botte la convivente, una sassarese di 53 anni, tanto che la povera donna aveva riportato traumi e fratture multiple ed era stata ricoverata in ospedale con una prognosi iniziale di 30 giorni di cure.
Una relazione tormentata, quella fra i due, fatta di minacce, insulti, offese, botte. Fino al 13 ottobre 2018: alle 21.30 erano arrivate chiamate allarmanti alla centrale operativa del 113 per segnalare che in una casa del centro storico di Sassari stava accadendo qualcosa di molto grave. E bisognava fare presto. La tempestività dell’intervento aveva sicuramente evitato conseguenze ben più gravi. L’uomo, infatti, era stato bloccato mentre stava colpendo con pugni e calci la compagna, parte degli arredi della casa erano già stati distrutti. Pasqualino Bichiri era stato bloccato a fatica dagli agenti delle volanti, perché si era scagliato con violenza anche contro di loro. Nel frattempo sul posto erano arrivati gli operatori del 118 che avevano prestato le prime cure alla donna.
L’uomo era stato già arrestato in passato – nel 2003 – per maltrattamenti e violenza in famiglia. Una storia che si era ripetuta anche nel 2008. Il processo è stato aggiornato al prossimo 13 febbraio quando verrà discussa la perizia dello psichiatra Vito La Spina. Nel frattempo Bichiri è stato scarcerato. (na.co.)