La Nuova Sardegna

Sassari

Da monumento storico a rudere inutilizzabile

di Gavino Masia
Da monumento storico a rudere inutilizzabile

La triste agonìa della torre aragonese, compare nei depliant ma è inagibile Guerra di competenze, l’assessora Rassu: «Noi disponibili a riqualificarla»

07 febbraio 2020
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PORTO TORRES. É uno dei monumenti simbolo della città e al suo interno regna il degrado più totale. La torre aragonese è letteralmente abbandonata da troppi anni e questo avviene tra l’indifferenza delle istituzioni che la dovrebbero salvaguardare.

Settecento anni di storia e una distruzione che avanza impietosa sia all’interno sia all’esterno della grande struttura che si affaccia al porto e al corso Vittorio Emanuele. La torre ha rappresentato anche uno dei simboli che i grafici hanno fatto apparire diverse volte nelle guide turistiche di Porto Torrese e che per un anno e mezzo – dal gennaio 2010 al giugno del 2011 – diventò anche l’avamposto dei cassintegrati della Vinyls che lo avevano pacificamente occupato dopo la loro espulsione dal ciclo produttivo programmato dai nuovi investitori dell’industria.

Nell’ultimo restauro, completato intorno al 1985, la torre aragonese fu intonacata come una qualsiasi casa di civile abitazione. Una scelta che il critico d’arte Vittorio Sgarbi, durante una visita in città, considerò “orribile”. Da tempo il monumento non è più fruibile – neanche per Monumenti Aperti – come confermato dai sopralluoghi all’interno della torre dell’ex funzionario della sede turritana della Soprintendenza archeologica, Franco Satta insieme a un tecnico del Comune.

«Ho constatato una situazione disastrosa – ricorda Satta – con i vetri delle finestre rotti, la porta della terrazza divelta, piccioni morti e guano ovunque, materassi accatastati negli angoli, arredi e suppellettili abbandonati. Senza dimenticare le scale d’accesso degradate – aggiunge – e l’ambiente interno trasformato in un ricettacolo di malattie, visto che per entrare abbiamo dovuto usare una mascherina di protezione».

Serve una disinfestazione prima di entrare dentro, dunque, anche se dopo tutti questi anni la competenza sulla torre aragonese continua a essere rimpallata tra le istituzioni. Se da una parte la delimitazione territoriale ricade nell’ambito del demanio marittimo, dall’altra, trattandosi di bene iscritto tra quelli del demanio pubblico dello Stato, la torre rientra nelle materie del ramo storico, artistico e archeologico così come evidenziato dalla Agenzia del demanio in una nota del 2002. La gestione e la manutenzione dello stesso dovrebbe essere competenza della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio, così come avviene per i beni storici che ricadono in ambito demaniale e comunale. «Abbiamo utilizzato la torre in tante immagini pubblicitarie che valorizzano Porto Torres – racconta l’assessora al Turismo Mara Rassu – e sarebbe bello acquisire il monumento al patrimonio comunale e poi trovare le risorse per poterla riqualificare».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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