Allevamento di maiali sotto sequestro a Bottidda
Blitz a Silitto della task force per l’eradicazione della peste suina africana Non registrati 20 animali, il proprietario rischia 10mila euro di sanzione
13 febbraio 2020
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BOTTIDDA. Finisce sotto sequestro sanitario un allevamento di maiali “abusivo”. Venti suini non registrati all’anagrafe zootecnica e non identificati, quindi non sottoposti ai controlli igienico sanitari da parte dei servizi veterinari, sono stati individuati nelle campagne di Bottida, nella località chiamata Silitto. Al proprietario degli animali è stata contestata la detenzione illegale dei capi che prevede una sanzione amministrativa fino a 10mila euro.
All’intervento hanno partecipato il servizio veterinario dell’Ats, il Gruppo di intervento veterinario (Giv), gli uomini del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale e i loro Nuclei investigativi provinciali di polizia ambientale e forestale (Nipaf) di Sassari.
L’allevamento è stato posto sotto sequestro sanitario e sono state assegnate le prescrizioni per adeguare le strutture alle norme della biosicurezza e per la corretta registrazione degli animali. Dai maiali sono stati invece prelevati i campioni sierologici per la ricerca del virus della Peste suina africana che saranno analizzati nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.
Le attività di monitoraggio e controllo del territorio si inseriscono nell’ambito delle azioni, coordinate dall’Unità di Progetto per l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna (UdP), che puntano a debellare definitivamente la terribile malattia che dal 1978 ha decimato gli allevamenti isolani e ridotto il comparto minimi termini produttivi.
I controlli stanno portando ad individuare la presenza di suini “irregolari” anche in aree private così come accaduto di recente a Berchiddeddu o a Buddusò, dove sono state sequestrate alcune decine di capi e anche in questo caso contestate le violazioni sulle registrazioni e sul rispetto delle norme di biosicurezza.
L’Unità di Progetto per l’Eradicazione della Peste suina africana in Sardegna ricorda che è possibile regolarizzarsi con una piccola sanzione (circa 430 euro). Nel caso invece di intervento da parte degli organi di controllo in base a segnalazioni o avvistamenti in attività di vigilanza sono previste sanzioni pesanti fino a 10mila euro e abbattimenti degli animali se non sono presenti adeguate strutture di ricovero dei suini, che garantiscano la biosicurezza e la separazione netta con i cinghiali.
All’intervento hanno partecipato il servizio veterinario dell’Ats, il Gruppo di intervento veterinario (Giv), gli uomini del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale e i loro Nuclei investigativi provinciali di polizia ambientale e forestale (Nipaf) di Sassari.
L’allevamento è stato posto sotto sequestro sanitario e sono state assegnate le prescrizioni per adeguare le strutture alle norme della biosicurezza e per la corretta registrazione degli animali. Dai maiali sono stati invece prelevati i campioni sierologici per la ricerca del virus della Peste suina africana che saranno analizzati nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.
Le attività di monitoraggio e controllo del territorio si inseriscono nell’ambito delle azioni, coordinate dall’Unità di Progetto per l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna (UdP), che puntano a debellare definitivamente la terribile malattia che dal 1978 ha decimato gli allevamenti isolani e ridotto il comparto minimi termini produttivi.
I controlli stanno portando ad individuare la presenza di suini “irregolari” anche in aree private così come accaduto di recente a Berchiddeddu o a Buddusò, dove sono state sequestrate alcune decine di capi e anche in questo caso contestate le violazioni sulle registrazioni e sul rispetto delle norme di biosicurezza.
L’Unità di Progetto per l’Eradicazione della Peste suina africana in Sardegna ricorda che è possibile regolarizzarsi con una piccola sanzione (circa 430 euro). Nel caso invece di intervento da parte degli organi di controllo in base a segnalazioni o avvistamenti in attività di vigilanza sono previste sanzioni pesanti fino a 10mila euro e abbattimenti degli animali se non sono presenti adeguate strutture di ricovero dei suini, che garantiscano la biosicurezza e la separazione netta con i cinghiali.