La Nuova Sardegna

Sassari

Due imprenditori sassaresi pignorano i conti alla banca

Luca Fiori
Due imprenditori sassaresi pignorano i conti alla banca

La società dei fratelli Erre aveva intentato una causa per interessi troppo alti. La Cassazione ha dato loro ragione e sono intervenuti gli ufficiali giudiziari

15 febbraio 2020
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SASSARI. Sei ore di trattative e la minaccia di chiamare i carabinieri per far rispettare il decreto ingiuntivo del tribunale di Torino e mettere le mani sulle casse per portare via il denaro dovuto a due clienti sassaresi, a cui la Corte di Cassazione ha dato ragione dopo una battaglia legale lunga nove anni. Un contenzioso infinito, nato con Banca Intesa San Paolo per via di interessi bancari considerati troppo alti.

Si sono vissuti attimi di tensione per tutta la mattinata, ma alla fine ha vinto il buon senso e gli ufficiali giudiziari nel primo pomeriggio di mercoledì sono riusciti a convincere i funzionari della filiale di via Vittorio Emanuele a Torino – del più grosso istituto di credito italiano – a staccare un assegno da 140mila euro senza l’intervento delle forze dell’ordine. Il provvedimento del tribunale ordinario del capoluogo piemontese, firmato dal giudice Annalisa Fanini, è l’ultimo capitolo di un’odissea giudiziaria che ha visto i fratelli sassaresi Alberto e Paolo Erre, titolari della società Rockhaus Blu Studio, trionfare contro il colosso bancario dopo anni di processi e aule giudiziarie.

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Era iniziato tutto con un prestito di 250 milioni di lire che la società sassarese, il principale studio di registrazione e produzione discografica in Sardegna, aveva preso con Banca Intesa San Paolo più di venti anni fa. Nel 2011 i fratelli Erre si erano rivolti all’avvocato sassarese Vittorio Delogu convinti di aver già restituito abbastanza interessi all’istituto di credito.

In primo grado a Sassari il processo era andato male e addirittura era stata Banca Intesa ad avanzare una richiesta di 100mila euro. I due imprenditori non si erano fatti intimorire e prima in appello e poi in Cassazione hanno visto trionfare le loro ragioni. La Corte Suprema ha stabilito infatti che era Banca Intesa a dover sborsare 113mila euro in favore dei fratelli Erre per aver applicato al prestito un tasso d’interesse troppo alto. Qualche giorno fa è arrivato il decreto ingiuntivo del tribunale e gli ufficiali giudiziari si sono presentati allo sportello. Per una volta la banca si è trovata nei panni solitamente indossati dai clienti, quelli del pignorato. Ieri mattina è stato proprio l’avvocato Delogu a ricevere dalla mani degli ufficiali giudiziari a Torino l’assegno che comprende anche le spese legali e di procedura. «Al di là dei nostri sforzi professionali e del risultato ottenuto – commenta soddisfatto l’avvocato Delogu – da cittadini rimaniamo sconfortati dal constatare come per anni l’istituzione banca abbia preteso dai correntisti indebitamente interessi a volte anche usurari. Tra le tante ragioni di una perdurante crisi dell’impresa italiana certamente vi è il distorto operare dell’istituzione banca. Comunque stavolta – conclude il legale – è toccato proprio a un istituto bancario subire un pignoramento da un creditore correntista».

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