La Nuova Sardegna

Sassari

Massacrò di botte la ex, il pm di Sassari chiede nove anni

Massacrò di botte la ex, il pm di Sassari chiede nove anni

Un 42enne originario di Alghero davanti al gup con l’accusa di tentato omicidio. A breve la sentenza

15 febbraio 2020
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SASSARI. Nove anni di reclusione per l’aggressione alla ex compagna che la Procura della Repubblica di Sassari ha qualificato giuridicamente come tentato omicidio.

Ieri mattina, davanti al gup Giancosimo Mura, il pubblico ministero Maria Paola Asara ha chiesto la condanna per Pasqualino Bichiri, il 42enne di Alghero che sta affrontando il processo con rito abbreviato dopo esser stato arrestato, a ottobre del 2018, con l’accusa di aver massacrato di botte l’allora fidanzata. La Asara era partita da una pena base di 13 anni. Ieri il perito Vito La Spina ha esposto le sue conclusioni al termine degli accertamenti psichiatrici e il giudice ha rinviato per la discussione dell’avvocato difensore Claudio Mastandrea e per la sentenza.

Intanto proprio la perizia di La Spina ha stabilito che l’imputato era capace di intendere e volere quando l’anno scorso colpì con calci e pugni la ex, una sassarese di 53 anni, facendola finire in ospedale. L’aveva riempita di botte tanto che la povera donna aveva riportato traumi e fratture multiple ed era stata ricoverata in ospedale con una prognosi iniziale di trenta giorni di cure.

Una relazione tormentata, quella fra i due, fatta di minacce, insulti, offese, botte. Fino al 13 ottobre 2018: alle 21.30 erano arrivate chiamate allarmanti alla centrale operativa del 113 per segnalare che in una casa del centro storico di Sassari stava accadendo qualcosa di molto grave. E bisognava fare presto. La tempestività dell’intervento aveva sicuramente evitato conseguenze ben più gravi. L’uomo, infatti, era stato bloccato mentre stava colpendo con violenza la compagna, parte degli arredi della casa erano già stati distrutti. Pasqualino Bichiri era stato bloccato a fatica dagli agenti delle volanti, perché si era scagliato con violenza anche contro di loro, e infatti deve rispondere anche di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Nel frattempo sul posto erano arrivati gli operatori del 118 che avevano prestato le prime cure alla donna. L’uomo era stato già arrestato in passato – nel 2003 – per maltrattamenti e violenza in famiglia. Una storia che si era ripetuta anche nel 2008. (na.co.)

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