La Nuova Sardegna

Sassari

La rabbia dei precari della scuola

di Vincenzo Garofalo
La rabbia dei precari della scuola

Slogan, cartelli e fischietti contro il “concorsone” che rischia di estromettere cinquemila docenti

15 febbraio 2020
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SASSARI. Slogan, cartelli e fischietti per protestare contro il Decreto Scuola 2019 e contro il nuovo concorso straordinario che rischia di estromettere definitivamente dal lavoro 5mila docenti sardi. Gli insegnanti precari hanno manifestato ieri mattina a Sassari, aderendo allo sciopero nazionale indetto dai sindacati.

Alle 10, davanti alla sede dell’Ufficio scolastico provinciale, in corso Angioy, sono più di trecento a sfogare la rabbia e la frustrazione di chi si sente condannato al precariato a vita e addirittura beffato da un concorso che aspettavano da anni e che invece potrebbe chiudere definitivamente loro le porte del lavoro.

A guidare la protesta sono i rappresentanti del Coordinamento dei Precari della Scuola Autoconvocati e il sindacato Cobas Scuola Sardegna, decisi a non cedere le armi: «Nell’isola ci sono 5mila insegnanti precari, di cui 3.000 su posto di sostegno e 2.000 su posto comune. Da anni ricoprono i posti vacanti e adesso, con il nuovo concorso, rischiano di restare a casa”, spiegano Maria Grazia del Giudice e Andrea Faedda, del Coordinamento dei Precari. «Si avrà un concorso su base regionale dal quale i sardi saranno praticamente esclusi, e poi si troveranno estromessi anche dalle abilitazioni necessarie per i futuri concorsi», precisano. «Molti di noi lavorano con contratti a tempo determinato da dieci anni, e oltre. E con il nuovo concorso perderemo ogni speranza. Sarà una selezione con test, quindi non conteranno nulla l’esperienza accumulata in tanti anni di insegnamento, le conoscenze e le qualità umane che questo maturano nel tempo facendo questo splendido e difficile lavoro», continua Faedda.

Il curriculum professionale costruito anno dopo anno, supplenza dopo supplenza, conteranno nulla davanti a un test nozionistico da dentro o fuori. Intanto i precari della scuola si schierano in corteo e sfilano per le vie del centro, si soffermano davanti al liceo Azuni intonando slogan come “Precariati crimine di Stato” e poi raggiungono passando prima per l’emiciclo Garibaldi e poi per piazza d’Italia, raggiungono piazza Azuni dove improvvisano un’assemblea all’aperto per ribadire tutti i motivi della loro protesta.

«Il ministro Azzolina ha recentemente dichiarato di voler assegnare il maggior numero di bandi alle regioni del nord Italia. La Sardegna, come già accadde nel concorso 2016, si troverà ancora una volta penalizzata e si avrà pertanto un concorso su base regionale dal quale i Sardi saranno praticamente esclusi. Non solo, dato che i concorsi oggetto del Decreto Scuola 2019 hanno valore abilitante, i sardi si troveranno praticamente esclusi anche dalle abilitazioni, necessarie per la partecipazione ad eventuali futuri concorsi», precisano i precari. «Il Decreto Scuola 2019, estende le graduatorie dei precedenti concorsi del 2016, 2018 e Gae a tutte le regioni d'Italia e con la nuova norma detta "Call Veloce" chiunque si trovi in una graduatoria di una qualsiasi regione potrà venire ad assumere un ruolo in Sardegna, erodendo di fatto i posti attualmente occupati dai docenti precari sardi». Davanti a questo scenario il Coordinamento dei Precari della Scuola Autoconvocati di Sassari, avanza una proposta concreta per tutelare i docenti isolani: «Percorsi di abilitazione riservati concepiti sulla base delle leggi regionali che permettono di utilizzare come criterio per l'accesso l'avere conseguito un titolo di studio in Sardegna e soprattutto l'aver prestato servizio nelle scuole della Sardegna per almeno 36 mesi».

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