La Nuova Sardegna

Sassari

L’Inchiesta 

Donna sassarese di 40 anni si toglie la vita in cella a Bancali

SASSARI. Sniffare il gas per riempire quelle giornate lunghe e sempre uguali. In carcere succede, lo chiamano “lo sballo delle bombolette”: le hanno in dotazione i reclusi comuni e vengono utilizzate...

16 febbraio 2020
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SASSARI. Sniffare il gas per riempire quelle giornate lunghe e sempre uguali. In carcere succede, lo chiamano “lo sballo delle bombolette”: le hanno in dotazione i reclusi comuni e vengono utilizzate per alimentare i fornellini con i quali si prepara o si riscalda il cibo. C’era odore di gas l’altra notte nella sezione femminile del penitenziario di Bancali dove attualmente sono recluse 23 donne. L’allarme l’ha dato una della cella vicina, sentiva che oltre a quell’odore (già sentito altre volte) c’era qualcosa che non andava. Nessuno rispondeva. Ha urlato e avvertito le guardie. Quando gli agenti della polizia penitenziaria sono arrivati, si sono trovati di fronte una scena terribile: una donna sassarese di 40 anni si era tolta la vita utilizzando un lenzuolo e fissandolo alle sbarre della finestra del bagno. Tutto in silenzio, senza un messaggio, la sua compagna non si era resa conto di nulla. Inutili purtroppo i soccorsi, i tentativi di salvarle la vita anche da parte del medico del 118. Niente, il cuore della donna non è più ripartito. Sulla morte della donna è stata aperta una inchiesta, il corpo è stato trasferito - su disposizione dell’autorità giudiziaria - all’istituto di Patologia forense dove verranno eseguiti gli accertamenti. É stata una lunga notte quella di venerdì nel carcere di Bancali, cominciata alle 23 - appena è scattato l’allarme - e fino alle prime luci dell’alba. La notizia ha fatto subito il giro della sezione e - come capita in queste situazioni - sono scattate le valutazioni del dopo, quelle che spingono tutti a capire cosa si poteva fare prima. La 40enne sassarese aveva un “fine pena” breve, nel senso che a maggio sarebbe tornata in libertà. Non aveva una storia carceraria importante, nel senso che in quelle “camere” di Bancali entrava e usciva per reati connessi alla droga.

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