La Nuova Sardegna

Sassari

Ardara, il palazzo giudicale ritorna in vita grazie al 3D

Barbara Mastino
Ardara, il palazzo giudicale ritorna in vita grazie al 3D

Entro la fine dell’anno dovrebbe concludersi lo studio dell’università sassarese. Secondo gli esperti l’edificio medievale potrebbe essere di dimensioni colossali

27 febbraio 2020
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ARDARA. Sta per diventare realtà il progetto del Comune di Ardara e dell’Università di Sassari per la protezione e la valorizzazione del palazzo giudicale e del castello signorile che svettano nel centro dell’antico paese del Logudoro.

Presentato ufficialmente ieri dall’ateneo, dopo un incontro tra il sindaco di Ardara Francesco Dui e il direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione Marco Milanese, che diresse la campagna di scavi ad Ardara nel 2012-2013, il progetto prevede la realizzazione di una ricostruzione virtuale in 3D del palazzo che ne mostrerà le volumetrie e darà al pubblico la possibilità di immergersi completamente nei luoghi che segnarono i passaggi fondamentali della storia della Sardegna giudicale. È la chiusura di un lungo percorso, iniziato con le campagne di scavi svoltesi tra il 2012 e il 2013, con le quali emersero importati scoperte sia sulla vita quotidiana della popolazione nel Medio Evo (il palazzo fu abitato dal XI al XIII secolo) sia sulle destinazioni che quei luoghi ebbero negli anni successivi con la trasformazione della più antica dimora dei Giudici turritani in palazzo signorile da parte dei Doria, nel tardo Duecento.

L’idea di una ricostruzione in 3D nacque proprio allora, e oggi diventa realtà grazie all’unione di forze e competenze del Comune e dell’ateneo mirate a ridare vita a quello che è stato definito una delle testimonianze più interessanti dell’epoca giudicale, «un punto di riferimento per la storia medievale della Sardegna da proteggere e valorizzare». «Le conoscenze attuali sulla planimetria del palazzo sono ancora in parte limitate – spiega Marco Milanese – pertanto per valorizzare al meglio questo sito così importante per il Medioevo sardo è necessario aumentarne la conoscenza. Le dimensioni del palazzo – precisa – oggi note solo in parte, erano tuttavia veramente colossali, per cui indagini geofisiche nel centro storico di Ardara potrebbero portare all’individuazione di altre parti di questo maestoso edificio, sepolte sotto le superfici stradali attuali».

Non nasconde la sua soddisfazione per la positiva riuscita di quella che anni fa era solo un’ipotesi il sindaco di Ardara Francesco Dui. «Concordo pienamente sulla necessità di approfondire le indagini sul terreno, finalizzate alla migliore ricostruzione virtuale in tre dimensioni del palazzo come obiettivo importante del progetto – dice il primo cittadino –. La presentazione 3D, che sarà pronta presumibilmente entro l’anno, sarà l’elemento centrale di questa ricerca, in quanto unico strumento capace di dar vita in modo realistico e preciso, ai beni culturali del nostro territorio».

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