La Nuova Sardegna

Sassari

«Tosap, un grave errore togliere gli sgravi»

«Tosap, un grave errore togliere gli sgravi»

Simula (Confesercenti): «Il Comune parla di rilancio del centro storico ma poi si gira dall’altra parte»

28 febbraio 2020
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SASSARI. «Se da una parte i rappresentanti delle associazioni datoriali e dei lavoratori, con una unica voce, hanno dichiarato i giorni scorsi, “Il rilancio e lo sviluppo di un territorio disastrato come il Nord Ovest della Sardegna, dovrebbe passare da una idea comune di unire le forze, in cui tutti gli attori lottano per il bene comune…”, dall’altra, la classe politica che dovrebbe costruire i pilastri su cui appoggiare lo sviluppo e la crescita pare giri la testa e guardi altrove».

Così Gianni Simula, direttore provinciale della Confersercenti, che torna sulla rimodulazione degli sgravi Tosap approvata nei giorni scorsi in consiglio comunale che tante polemiche ha creato.

«La delibera adottata dalla maggioranza del consiglio comunale di Sassari per eliminare gli sgravi del 70% sul costo del suolo pubblico, dehors “temporanei” e non solo – attacca – appare oggi del tutto fuori luogo e conduce nella direzione opposta delle dichiarazioni di sindaco e giunta riguardo al rilancio del centro storico, della città e delle attività economiche che vi operano. Smontare la Ztl ha portato i risultati che i sostenitori di “parcheggio selvaggio” avevano auspicato con l’apertura perenne dei varchi, ma sicuramente non ha migliorato le condizioni delle attività produttive e a sostenere il misero risultato ottenuto finora non contribuirà di certo una delibera che allontana anzichè incentivare nuove attività e nuovi eventi». «Purtroppo strizzare oltremodo gli stracci rimasti servirà a ben poco e in compenso produrrà ulteriori disservizi, poco utili all’immagine e all’economia e contribuirà a peggiorare l’umore già basso, di quei sempre meno, imprenditori rimasti coraggiosamente a difendere un baluardo nel centro storico e nella città. Se la direzione è quella di Sassari “città turistica”, la politica, anziché fare i conti in tasca agli esercenti, dovrebbe pensare e creare quelle opportunità di crescita e di benessere prima di imporre ulteriori aumenti che pesano sui conti già oltremodo vessati. Andrebbe rivista e rivalutata la figura del commerciante, dell’artigiano, di chi con il proprio servizio rende vivo un quartiere e vivibile lo spazio della città, come valore aggiunto in quanto attività e non solo come frutto da spremere. E se il disegno non è dirigere il popolo verso i grossi centri, ma rivalutare gli spazi importanti della città, per presentarla in ordine ai cittadini ma anche agli occhi dei potenziali turisti, allora la classe politica chiamata a decidere, dovrebbe secondo noi, rivedere il proprio atteggiamento ed essere più solidale e vicino a chi tira su una serranda e accende una luce nel negozio, nel laboratorio, nell’ufficio, a chi con sempre più difficoltà, organizza eventi per garantire una immagine migliore oltre a fornire quel poco di umanità rimasta, soprattutto verso quelle persone che hanno meno possibilità di muoversi e di confrontarsi con gli altri».



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