La Nuova Sardegna

Sassari

Prove di primavera, api al lavoro

di Francesco Squintu
Prove di primavera, api al lavoro

In aumento le aziende che producono miele. Piu (Laore): «Speriamo che la pioggia non rovini tutto»

02 marzo 2020
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OZIERI. Mandorli, peschi, tarassaco, asfodelo, rosmarino e mimosa. Fiori bianchi, gialli e azzurri stanno colorando in questo periodo la campagna e profumando l’aria in un anticipo di primavera che da qualche anno a questa parte, con i cambiamenti climatici che paiono ormai irreversibili, sembra un fatto quasi normale. Ad Ozieri, così come in tutto il territorio a risvegliarsi insieme alle piante sono gli sciami d’api che dopo l’invernamento, con le temperature poco rigide e il sole caldo, stanno entrando in piena attività. Il settore, in passato ristretto ad un piccolo numero di operatori e magari tramandato di generazione in generazione, già da qualche anno in città ha iniziato a creare interesse e al fianco di alcune attività che hanno deciso di provare seriamente a fare economia ci sono anche tantissimi appassionati che si cimentano per diletto nell’apicoltura con poche arnie. «La stagione si presenta buona anche se in anticipo rispetto ai tempi e sarebbe ottima se nei prossimi giorni ci fosse qualche pioggia – ha detto Marco Piu, tecnico di Laore – Speriamo non succeda come l’anno scorso quando il prolungato periodo di pioggia ha compromesso le fioriture e in molti casi impedito la fecondazione delle regine». In effetti la produzione della passata stagione non è stata delle migliori e a risentirne sono state tutte le tipologie di miele, da quello millefiori sino a quello monoflora, compreso quello amaro, pregiatissimo, che si ottiene dal corbezzolo in autunno. Terminate tutte le operazioni invernali però gli apicoltori si stanno preparando ad affrontare i prossimi mesi primaverili ed estivi con ottimismo e in molti apiari non è raro vedere già le arnie con uno o due melari, le strutture cioè che contengono i telaini dove le api deporranno il miele che una volta opercolato sarà maturo e pronto per essere raccolto, stoccato nei maturatori per una ventina di giorni ed infine trasferito nei vasetti per il consumo. Un supporto prezioso al settore, in questi anni, lo ha fornito in città l’agenzia regionale Laore organizzando corsi e creando formazione anche perché, tra la varroa, la peste americana ed altri agenti aggressivi l’apicoltore ha bisogno di assistenza e continui aggiornamenti. «È necessario sempre compiere le giuste operazioni se si vuole salvaguardare il patrimonio apistico – ha aggiunto Piu – ma è anche vero che l’esperienza si fa sul campo per cui è giusto unire le conoscenze teoriche con la pratica». Con l’aumento repentino delle temperature le famiglie delle api inizieranno a crescere di numero sino ad arrivare anche ad ottantamila unità per colonia. Non sarà raro, quindi, nel prossimo periodo avvistare nugoli di insetti che per cercare nuovi spazi si staccheranno dal nucleo originario dando vita a un nuovo sciame. «Non bisogna spaventarsi se ci si imbatte in una sciamatura poiché le api in questi frangenti non sono aggressive – ha spiegato un apicoltore – La cosa migliore da fare sarà avvisare i vigili del fuoco che provvederanno a far intervenire un esperto che raccoglierà lo sciame senza danni».

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