La Nuova Sardegna

Sassari

«Un trambusto esagerato: era soltanto influenza»

di Mauro Tedde
«Un trambusto esagerato: era soltanto influenza»

Florinas, il sindaco chiarisce l’episodio che ha fatto scattare l’allarme sanitario: «La cena si è svolta all’aperto e la ragazza non è stata nemmeno ricoverata»

12 marzo 2020
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FLORINAS. In una situazione come questa l’allarme Coronavirus può scattare incontrollato in qualsiasi momento. È successo nei giorni scorsi anche a Florinas per una rimpatriata in campagna tra studenti che ha messo in moto tutto il sistema per quella che, per fortuna, si è rivelata una banale influenza. Il trambusto è stato però notevole e il sindaco Enrico Lobino vuole dare la versione ufficiale di quanto accaduto che a suo dire è stato ingigantito a danno dei ragazzi che, seppur irresponsabili, non meritano di essere messi alla gogna sui social. Tutto è nato, secondo il sindaco, da una riunione fra amici, svolta all’aperto in una campagna del paese, dove si sono incontrati un gruppo di giovani, quattro dei quali (una arrivata da Milano due settimane prima e tre da Pisa, non ancora classificata zona rossa il 7 marzo) erano rientrati in paese per il Carnevale e per partecipare alla rassegna enogastronomica “Dai chentina in chentina” successivamente annullata. «I ragazzi non erano quaranta ma molti di meno – spiega il sindaco – e molti di loro non erano al corrente dell’ordinanza che proibiva anche le riunioni private. La sfortuna ha voluto che una delle ragazze, che peraltro studia a Sassari e non a Milano, come si è detto, sia stata male durante la cena a causa dell’influenza e sia dovuta andare dal medico di famiglia che le ha giustamente fatto seguire i protocolli. Non ci sono però stati i presupposti per ulteriori allarmi, tant’è vero che non è stata né ricoverata né sottoposta al tampone. La ragazza, insomma, non ha assolutamente niente di grave. Solo quattro dei partecipanti hanno manifestato sintomi influenzali e sono perciò in quarantena obbligatoria. Per gli altri ragazzi il ritiro è durato meno di ventiquattro ore, come da indicazioni dell’Ats».

Il sindaco e il medico del paese sono stati letteralmente tempestati di telefonate ed entrambi si sono preoccupati di smentire le esagerazioni su questa vicenda: «Ho scritto al prefetto e all’assessore regionale alla Sanità – spiega Lobino – per chiedere agli organi di stampa che rettifichino la notizia e verifichino con gli organi istituzionali per evitare di procurare allarmi infondati. Faccio una formale richiesta affinché il sistema sanitario regionale predisponga un protocollo di azione in cui vengano specificate in modo chiaro, semplice e di immediata operatività, le modalità di cooperazione e collaborazione fra i comuni, le autorità sanitarie e la Protezione civile, per capire chi fa, che cosa fa e come debba farlo. In questo momento siamo tutti in prima linea con il difficile compito di garantire che la preoccupazione e l’apprensione dei cittadini, per quanto comprensibili e giustificate, non si trasformino in isteria collettiva».

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