La Nuova Sardegna

Sassari

«In carcere la situazione è esplosiva»

«In carcere la situazione è esplosiva»

Dura denuncia del Sappe: «Consegnate mascherine indecenti. Subito i tamponi»

28 marzo 2020
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ALGHERO. Grande protesta della polizia penitenziaria per i dispositivi di protezione individuali consegnati al personale. «Ad Alghero, i poliziotti penitenziari hanno ricevuto delle mascherine indecenti. È una vergogna – denuncia Antonio Cannas, delegato nazionale Sappe della Sardegna – Le donne e gli uomini appartenenti al corpo di polizia penitenziaria devono essere sottoposti, tutti e con urgenza, al tampone per l’accertamento dell’eventuale contagio al Coronavirus. Anche alla luce dei tanti positivi e di già due decessi avvenuti».

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, usa toni molto critici: «Non siamo dotati di un adeguato numero di mascherine idonee e guanti per fronteggiare l’epidemia in un contesto, come quello penitenziario, ad altissimo rischio. Al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiedo di non ritardare ulteriormente un accertamento fondamentale per la sicurezza sociale».

L’emergenza coronavirus e le proteste di inizio marzo hanno portato alla luce uno dei tanti settori colpiti dalle restrizioni per prevenire i contagi. Il DPCM dell’8 marzo ha previsto infatti norme apposite per gli istituti penitenziari: i casi sintomatici dei nuovi ingressi devono essere posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti; i colloqui visivi si devono svolgere in modalità telefonica o video; diventano limitati i permessi e la libertà vigilata. Queste misure, volte a favorire un contenimento della diffusione del virus, si sono scontrate con una realtà non semplice. «Non abbiamo strumenti e mezzi idonei a fronteggiare questa drammatica emergenza – aggiunge Capece – Mi sembra manchi proprio la consapevolezza che un corpo di polizia dello Stato non può operare senza uomini, mezzi e strumenti in un contesto potenzialmente esplosivo come quello delle carceri, con una promiscuità costante. E allora la soluzione potrebbe essere quella di passare il Corpo al ministero dell’Interno».

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