La Nuova Sardegna

Sassari

Rispondete, perché il silenzio fa più paura

di Gianni Bazzoni

La disperazione e le difficoltà dei familiari degli anziani ricoverati: «Ci sentiamo abbandonati»

01 aprile 2020
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SASSARI. Da quando è cominciata l’emergenza Covid-19 e nel vortice sono entrate le case di riposo e gli istituti che ospitano gli anziani, con il loro carico di dolore e di sofferenze, abbiamo risposto a tante chiamate. La maggior parte sono arrivate da parenti e familiari, gente che cercava un contatto, una informazione, solo anche una conferma se la loro mamma o nonna - che non riuscivano più a sentire in alcun modo - era viva o morta. Decine di lettere: «Perchè ci hanno abbandonato?».

É la brutalità del momento, la realtà di una situazione dove improvvisamente si sono azzerati gli obiettivi, e il frullatore ha mischiato tutti gli ingredienti sociali senza salvarne neppure uno. Quello che è mancato è un segnale, una fiammella di speranza, una risposta per dire con chiarezza che forse non è vero che andrà tutto bene. E che ci sono problemi, tanti. La struttura pubblica e quella privata hanno sbandato allo stesso modo, hanno cercato di reggere l’urto violento di un virus che non è stato solo malattia, febbre, ricoveri in rianimazione e agli Infettivi. Ma anche disperazione e tanto dolore. E allora in questo momento che ancora tutti siamo impegnati in uno sforzo straordinario, la cosa più importante è dire che la comunicazione non si cancella. Non si schiaccia un pulsante e i numeri verdi non rispondono più, i centralini squillano a vuoto e chi risponde dice che non sa nulla o non può dirti come sta tua madre o tua nonna a Casa Serena come in ogni altra struttura. Non si scappa di fronte alle difficoltà. Tutti hanno paura, solo i folli non ne hanno. Per questo occorre continuare a parlare. Certo affidandosi a persone responsabili, a gente che sappia quel che dice, che sia capace di rompere il silenzio del nulla assoluto. Se i numeri di telefono ci sono, se i contatti valevano prima a maggior ragione devono essere operativi oggi. Rispondete, aggiungete personale se serve. E dite anche solo una parola a chi da settimane non sa niente. Se non si possono fare videochiamate pazienza. Parlate e ascoltate. Perchè sono persone e non pedine. Fatelo già oggi, e poi continuate. Sarà un atto di onestà e di rispetto anche verso chi purtroppo non ce l’ha fatta.

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