La Nuova Sardegna

Sassari

«Pasqua di solitudine per riflettere»

«Pasqua di solitudine per riflettere»

Alghero, domenica delle Palme con il vescovo Morfino nella cattedrale deserta 

06 aprile 2020
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ALGHERO. La chiesa è vuota, ad accompagnare il vescovo nella giornata festosa della domenica delle Palme solo i concelebranti, i lettori e l’organista. L’atmosfera non è di festa ma riesce a trasmettere comunque serenità, contemplazione e riflessione, i giusti ingredienti per entrare appieno nella settimana che ci attende, per comprendere i quaranta giorni di solitudine che Gesù ha passato nel deserto e la notte di preghiera, tra tristezza e angoscia, nel Getsemani prima di essere arrestato. Breve e silenziosa la processione verso la cappella del Santissimo Sacramento per benedire le Palme. «La celebrazione odierna – esordisce il vescovo Morfino in apertura di omelia – stride profondamente con ciò che le scritture ci hanno appena consegnato: folle esultanti che accolgono Gesù in Gerusalemme, viviamo invece questo momento con una cattedrale desolatamente vuota. Ma ciò che ci conforta e ci unisce – prosegue – è la fede e sapere che tutti i fratelli e le sorelle dalle loro case si uniscono in questo momento». La messa, lunga e a più voci «ci spalanca la porta verso la grande settimana che ci attende e ricapitola questo cammino quaresimale segnato dalla durezza di questo momento», spiega padre Morfino. Il vangelo di Matteo ci invita a «vivere in pienezza, cogliendo attraverso la passione del Signore tutti quei registri di racconto ed espressione di cui questo momento è ricco». La chiave di lettura offerta nella cattedrale vuota e rilanciata su TV e dirette Youtube, è forte e semplice allo stesso tempo. «Siate come il Cristo che ha scelto di entrare in Gerusalemme e nella nostra esistenza in maniera semplice, scegliendo una mula e il suo puledro, animali semplici. Il Messia che arriva vuole entrare nelle vite e fare salvezza con un clima della mitezza e non di dominio, in maniera non roboante ma decisa».

«La nostra quarantena può avvicinarci a vivere appieno questa Pasqua di Resurrezione e se non la condividiamo tra le strade cittadine con i drappi sulle lanterne, dobbiamo comprendere ciò che il Padre vuole trasmetterci nella solitudine delle mura domestiche».

Erika Pirina

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