La Nuova Sardegna

Sassari

Ozieri vinse la pandemia con la solidarietà

di Francesco Squintu
Ozieri vinse la pandemia con la solidarietà

Due terribili epidemie nel Seicento e nell’Ottocento trovarono unita la città come avviene oggi 

2 MINUTI DI LETTURA





OZIERI. Ozieri sin dai primi momenti dell’emergenza sanitaria ha evidenziato grande senso di solidarietà, con raccolte fondi e aiuti alle fasce più deboli. E a volgere lo sguardo al passato si scopre che la città non è nuova a tali comportamenti: ogni volta che ha dovuto affrontare situazioni di criticità lo ha fatto sempre senza perdersi d’animo e adottando le misure necessarie a contenere i danni.

Fu la peste, nel 1652, la prima pesante epidemia che mise a dura prova la città e già in quel caso, un’assemblea popolare decise di intervenire indicando alla popolazione sistemi di lotta che tutti osservarono scrupolosamente visto che “gli effetti di quella epidemia ridusse la popolazione sarda agli estremi ma in Ozieri i morti di peste non arrivarono al centinaio, di fronte ai 7500 di Alghero, ai 4000 di Osilo, ai 3000 di Nulvi, ai 400 della vicina Mores”, come riporta lo storico ozierese don Francesco Amadu nei suoi scritti.

L’osservanza delle prescrizioni fu fondamentale per debellare il male ma ad aiutare fu anche la fede e la venerazione verso San Sebastiano visto dal popolo come intercessore per la scomparsa del morbo tanto che, con una raccolta fondi, l’anno successivo si edificò una chiesa a lui dedicata. A mettere a dura prova la città - due secoli dopo - fu anche il colera. Furono i cittadini a chiedere il “cordonamento del paese” all’amministrazione che provò a contenere l’epidemia con l’aiuto del vescovo di Ozieri Serafino Carchero.

Il Consiglio diocesano di Carità organizzò e diresse la beneficenza pubblica e privata, distribuendo derrate alimentari alla popolazione mentre i frati cappuccini portarono aiuto ai malati insieme al parroco Canonico Madau che morì a causa del contagio. Chissà se siano le carestie e le epidemie passate ad aver creato nella comunità il desiderio di sentirsi uniti e solidali, magari sopito per decenni e fiorito all’improvviso nella necessità, resta il fatto che Ozieri sta affrontando con dignità il momento difficile e grazie alle azioni di volontariato potrà rendere meno dure le misure restrittive che ognuno sta rispettando in modo puntuale.



Primo piano
Tragedia sfiorata

Furgone senza controllo a Sassari, panico tra i passanti

Le nostre iniziative