Coronavirus in Sardegna, acconciatori ed estetisti: già persi 44 milioni
Matzutzi, Confartigianato: riapertura non più derogabile, ecco le proposte per farlo in sicurezza
SASSARI. Poche categorie soffrono il periodo di blocco per il Covid come i parrucchieri, estetisti e i loro clienti (cioè tutti noi). Una cosa è certa: quando riapriranno, si spera presto e in sicurezza, sarà un assalto. Nel frattempo però c'è da organizzare una ripresa che appare particolarmente problematica dato che queste attività pongono gli operatori a stretto contatto con la clientela. «Acconciatori, estetisti e operatori della pedicure e manicure sono fermi dall'inizio di marzo - dice Confartigianato Sardegna - tra i primi a essere stati bloccati, e anche nell'isola cominciano a fare i conti con i danni».
Le perdite ammonterebbero già a oltre 44 milioni di euro. In Sardegna sono 3.384 le imprese del settore, di cui 2.886 artigiane, con 5.124 addetti. Il giro d'affari è calcolato in 523 milioni. Confartigianato ha presentato al Governo una serie di proposte operative, di carattere organizzativo e igienico-sanitario, per la riapertura dei saloni, che spiega il presidente Antonio Matzutzi : non è più rinviabile dato che la situazione è già pesantissima. Preoccupa però l'eventuale richiesta di intervenire sulle strutture edilizie o sugli impiantistica degli ambienti. E su questo l'organizzazione si dice pronta a dare battaglia per evitare chiusure. Le proposte già inviate ai ministeri competenti, sono aggiuntive rispetto a quelle già stringenti del norme che regolano il settore.
Fabio Melis, parrucchiere di Sorso e presidente di categoria del nord Sardegna, ammette che «dopo 30 anni per la prima volta sono preoccupato da uno stop di questa portata. E spera in una cancellazione delle tasse per i primi 3-4 mesi. Rispetto ad altri settori, dovendo necessariamente stare a contatto diretto col cliente, abbiamo un problema in più. Preoccupato anche perché non è ancora chiaro quali norme dovremo seguire e come farà chi ha spazi ridotti per evitare sanzioni. Confartigianato propone regole specifiche, ma temiamo costi aggiuntivi. Ad esempio, solo per i dispenser per il gel sanificante: quelli a raggi infrarossi (per evitare contatti) costano tanto. E poi: fare il colore con la mascherina è impossibile, io posso usarla ma non la cliente. Come si farà? Nel dubbio ci si sta muovendo in ordine sparso. Le regole saranno sicuramente relative alle distanze, alle presenze contemporanee, al gel, alle sanificazioni».
Melis sottolinea che «per andare avanti occorre avere una certa produttività, e io non posso lavorare da solo». L'estetista di Sassari Ines Solinas: «In realtà, almeno chi opera in maniera professionale, già lavora per appuntamento e con un'operatrice per cliente; guanti, mascherine e sanificazioni erano già la norma, quindi certe regole non ci cambiano tanto, a parte la sanificazione dell'aria. Ciò che invece ci può preoccupare è l'aumento dei prezzi dei materiali che speriamo non si debba ripercuotere sul cliente. Tra l'altro abbiamo chiuso prima delle restrizioni, e purtroppo questo è il periodo nel quale comincia davvero la stagione della cura del corpo. Ci sono aziende che hanno 3-4 dipendenti, tutti a casa. Non credo che ci faranno aprire il 4 maggio, penso saremo gli ultimi. E questo ci farà perdere una grossa fetta del fatturato».
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