La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, l’Aou si prepara alla fase due

di Luigi Soriga
Sassari, l’Aou si prepara alla fase due

Si va verso la riapertura degli ambulatori e dei reparti, si ipotizza l’individuazione delle aree grigie

26 aprile 2020
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SASSARI. Anche la sanità deve guardare avanti e prepararsi ad affrontare la fase due. Questa settimana i vertici dell’Aou hanno partecipato a un fitto calendario di incontri. Prima la commissione Sanità in Regione a Cagliari, poi la videoconferenza con i medici dell’azienda, e ancora il confronto con i responsabili della sicurezza e il dialogo con le varie sigle sindacali. Il commissario Soro, affiancato dal direttore amministrativo Spano, dal direttore sanitario facente funzioni Contu, dalla responsabile delle risorse umane Seazzu e dal responsabile delle relazioni sindacali Mele, ha cominciato a delineare la fisionomia di ospedale e cliniche nel post emergenza covid-19.

Riaprire i reparti. La priorità è far ripartire la macchina dell’assistenza, che in questi due mesi ha dovuto lavorare a mezzo servizio o addirittura fermarsi. Quindi riaprire gradualmente tutti gli ambulatori e cominciare a smaltire tutto l’arretrato delle liste d’attesa. L’Aou su questo fronte si troverà a dover gestire un’onda lunga di pazienti, di visite, di patologie croniche trascurate. Un centinaio di appuntamenti giornalieri rinviati, sia perché le prestazioni cliniche erano in standby, e sia perché le persone avevano paura del rischio contagio entrando nel focolaio principale della città.

Ora che i numeri dei positivi stanno diminuendo e ci si avvia verso la normalità, tutti quei pazienti senza urgenza busseranno di nuovo alla porta della sanità, con patologie trascurate e peggiorate, e saranno un esercito. Il numero crescente di accessi al Pronto Soccorso è già sintomatico di questo cambiamento.

Aree grigie. Sarà fondamentale però anche una riorganizzazione funzionale dell’Aou, perché il coronavirus ha evidenziato la vulnerabilità del sistema e le falle interne. L’individuazione delle zone grigie e la loro efficacia nell’isolare subito i casi sospetti di contagio, diventa vitale. La contaminazione di molti reparti del Santissima Annunziata è avvenuta proprio perchè non si è riusciti subito a blindare l’accesso dei pazienti asintomatici, che si sono rivelati positivi solo in una fase successiva. L’unica zona grigia ufficiale, al momento, è quella allestita al secondo piano della palazzina di Malattie Infettive. Ma 10 posti letto sono insufficienti. Poi i vari reparti hanno ritagliato una sorta di zona grigia “fai da te”, con una stanza isolata e protetta dove ospitare i pazienti in attesa di esito del tampone. Il sistema però deve essere notevolmente messo a punto e potenziato. Ora la scelta che si pone è questa: la prima ipotesi è creare delle zone grigie, tipo albergo diffuso, all’interno di Geriatria, Medicina Interna, Medicina d’Urgenza, Clinica Pneumologica, così come suggerito da alcuni dirigenti. Una soluzione che consente la destinazione rapida dei pazienti sospetti ai reparti che li dovranno prendere in carico, ma dall’altra che pone il problema dei percorsi protetti ramificati in più zone dell’ospedale. Si pone nuovamente il pericolo di contenimento dei rischi di contaminazione.

L’altra ipotesi è invece quella di prevedere la gestione Covid al di fuori del Santissima Annunziata, in modo che la struttura possa continuare senza intoppi tutta la sua attività assistenziale anche in vista di una nuova emergenza virus. O ancora individuare un’area precisa e isolata all’interno dell’Aou, e lì concentrare la gestione Covid-19.

Sindacati. Per i rappresentanti sindacali il primo incontro in videoconferenza è stata l’occasioni per fare le presentazioni con il nuovo management. Al tavolo virtuale Monni della Cisl, Cuccuru della Uil, e poi la Cgil, e le sigle degli infermieri Nursing up, Nursind e la Fsi. Il confronto tra i rappresentanti dei lavoratori e l’azienda è stato lungo e acceso, e i temi trattati diversi. Si è parlato a grandi linee della fase due, del “caso Sassari” sul versante dei contagi ospedalieri, dell’esigenza di portare avanti in maniera serrata i test dei tamponi sul personale ospedaliero, ora che i positivi sono sempre meno, ma gli infetti da verificare sempre di più. E naturalmente si è discusso anche di retribuzioni e riconoscimenti. «Si è parlato di eroi e di medici, infermieri e oss in trincea – dicono Antonio Monni della Cisl e Dario Cuccuru della Uil – ma questo enorme sacrificio messo in campo in questi mesi di emergenza dovrebbe essere riconosciuto non solo a parole. La gratitudine dell’azienda per il senso di responsabilità dei dipendenti dovrebbe anche manifestarsi nei fatti. C’è ancora in ballo la produttività del 2018 e in busta paga resta la voce indennità notturni. È giunto il momento di definire questi punti».

La direzione Aou ha manifestato la disponibilità ad arrivare a un accordo: prossimo incontro in videoconferenza è fissato per giovedì prossimo.



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