Con tosaerba e rastrello nella piazza di Sant’Orsola
di Giovanni Bua
Due residenti ripuliscono dalle erbacce il grande prato di fronte alla chiesa «Era abbandonato e qui siamo abituati a risolvere da soli i nostri problemi»
30 aprile 2020
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SASSARI. Di vedere dalle finestre la loro piazza piena di erbacce e rifiuti non ne potevano più. Anche perché per rimettere a nuovo quello spazio intitolato a Edina Altara, sul quale affaccia la chiesa, a Sant’Orsola in tanti hanno combattuto per anni. Almeno dal 2015 quando, dopo 25 anni di totale abbandono, iniziarono gli interventi di riqualificazione, conclusi tra la fine del 2018 e il 2019 e costati quasi 180mila euro. Un intervento a metà, in realtà, perché per le belle aiuole di prato verde che la incorniciano non è mai stata prevista, e men che mai appaltata, alcuna manutenzione. Tanto che i residenti, arrabbiati nel vedere i primi segni di degrado, già alla fine dello scorso anno si quotarono per acquistare un tosaerba e per prendersi cura del verde nel cuore del loro quartiere.
E ora, nel pieno del “blocco” per il coronavirus, quel tosaerba da 350 euro è tornato in mente a due dei membri più attivi di quel comitato di quartiere che molte battaglie si è intestato e ha vinto in questi anni: Salvatore Pischedda e Giovanni Mangatia. Che, dopo aver chiesto il permesso al Comune, hanno inforcato occhiali, guanti, mascherina e rastrello, e per due giorni si sono dedicati a rimettere a nuovo la loro piazza. «Ho lavorato dalle 9 alle 16.30 per due giorni di fila – racconta Pischedda –. Ho visto le erbacce crescere, sommergere le aiuole. Ho pensato: questa è cosa mia, è cosa nostra. E ho deciso di mettermi all’opera». «Lui non si è mai fermato – continua Mangatia –, nemmeno per pranzare. Io gli ho dato una mano. E ora, anche se non è compito nostro, vorremmo anche ripulire una discarica che abbiamo trovato dall’altra parte della strada. Gomme di bicicletta, bottiglie di vetro e plastica, immondizia. Lo facciamo per noi stessi. E per tutti».
«Come comitato cittadino per Sant'Orsola – sottolinea il presidente Francesco Piras – non possiamo che ringraziare Salvatore e Giovanni per il loro lavoro, il loro senso civico, il loro amore per il quartiere. Una caratteristica di questa operosa comunità, che tante volte si è impegnata si è fatta coinvolgere, ha lavorato in prima persona. Basti pensare che qui qualche anno fa non c’era nessuna area ricreativa e oggi abbiamo tre campi, anche se non completamente attrezzati, ma comunque fruibili. E tutte le aree prima abbandonate sono state ripulite. Lo rifaremo ancora, se necessario. Anche se, pur capendo i problemi di questo periodo, vorremmo avere più attenzione, più supporto. Almeno per un’opera per noi così importante, che tanto impegno e tante risorse è costato recuperare, e che merita di non essere abbandonata». Sicuri che, se non arriverà, qualche altro residente imbraccerà di nuovo tosaerba e rastrello, per tirare a lucido la piccola, grande piazza.
E ora, nel pieno del “blocco” per il coronavirus, quel tosaerba da 350 euro è tornato in mente a due dei membri più attivi di quel comitato di quartiere che molte battaglie si è intestato e ha vinto in questi anni: Salvatore Pischedda e Giovanni Mangatia. Che, dopo aver chiesto il permesso al Comune, hanno inforcato occhiali, guanti, mascherina e rastrello, e per due giorni si sono dedicati a rimettere a nuovo la loro piazza. «Ho lavorato dalle 9 alle 16.30 per due giorni di fila – racconta Pischedda –. Ho visto le erbacce crescere, sommergere le aiuole. Ho pensato: questa è cosa mia, è cosa nostra. E ho deciso di mettermi all’opera». «Lui non si è mai fermato – continua Mangatia –, nemmeno per pranzare. Io gli ho dato una mano. E ora, anche se non è compito nostro, vorremmo anche ripulire una discarica che abbiamo trovato dall’altra parte della strada. Gomme di bicicletta, bottiglie di vetro e plastica, immondizia. Lo facciamo per noi stessi. E per tutti».
«Come comitato cittadino per Sant'Orsola – sottolinea il presidente Francesco Piras – non possiamo che ringraziare Salvatore e Giovanni per il loro lavoro, il loro senso civico, il loro amore per il quartiere. Una caratteristica di questa operosa comunità, che tante volte si è impegnata si è fatta coinvolgere, ha lavorato in prima persona. Basti pensare che qui qualche anno fa non c’era nessuna area ricreativa e oggi abbiamo tre campi, anche se non completamente attrezzati, ma comunque fruibili. E tutte le aree prima abbandonate sono state ripulite. Lo rifaremo ancora, se necessario. Anche se, pur capendo i problemi di questo periodo, vorremmo avere più attenzione, più supporto. Almeno per un’opera per noi così importante, che tanto impegno e tante risorse è costato recuperare, e che merita di non essere abbandonata». Sicuri che, se non arriverà, qualche altro residente imbraccerà di nuovo tosaerba e rastrello, per tirare a lucido la piccola, grande piazza.