La Nuova Sardegna

Sassari

«Il nuovo rettore alla fine di settembre»

di Roberto Sanna
«Il nuovo rettore alla fine di settembre»

I direttori dei dipartimenti: i tempi sono strettissimi, dopo l’estate per andare al voto non bisognerà perdere altro tempo

20 maggio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Fine settembre, al massimo i primi giorni di ottobre. È la data che i direttori dei dipartimenti dell’Università di Sassari indicano come ultima possibile per procedere alle elezioni del nuovo rettore. Elezioni che avrebbero dovuto svolgersi in giugno e che l’emergenza sanitaria ha cancellato dal calendario, col decreto governativo dell’8 aprile che tiene fermo tutto fino al 31 luglio. I tempi adesso cominciano a essere stretti: Massimo Carpinelli, in carica da sei anni, decadrà automaticamente con l’inizio del nuovo anno accademico, il primo di novembre. Sembra una data ancora lontana, è dietro l’angolo: il rettore dovrà bandire le elezioni, quindi gli aspiranti successori avranno tempo fino a un mese prima della data fissata per depositare ufficialmente la candidatura. Con l’estate di mezzo, è tutto un attimo.

Nei mesi scorsi l’unico a farsi avanti pubblicamente è stato il direttore di Giurisprudenza Giampaolo Demuro, che si aspetta di andare alle urne «tra settembre e ottobre. La situazione potrebbe sbloccarsi in estate e a quel punto le elezioni potrebbero essere indette. Ci sono anche dei tempi tecnici da rispettare, io sono comunque ottimista e penso che per la fine di settembre, al massimo l’inizio di ottobre si andrà a votare». Domenico Morace, direttore del dipartimento di Scienze umanistiche e sociali, area che dovrebbe esprimere come candidato Gavino Mariotti, ribadisce che «al momento attuale non è comunque pensabile una data a ridosso dell’estate, ci sono troppi adempimenti burocratici. Anche per me scegliere una data tra settembre e ottobre è la soluzione migliore». «Fine settembre mi sembra il momento migliore, sia per consentire una normale campagna elettorale, sia perché ritengo giusto che chi sarà chiamato a esprimere il voto dovrà farlo in una situazione di serenità mentale che, in questa emergenza, certamente non abbiamo avuto» sottolinea Marco Milanese, direttore del dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione. Per Alberto Porcu, direttore di Medicina, non bisognerà arrivare troppo a ridosso del nuovo anno accademico: «Fine settembre mi sembra corretto, non bisogna dimenticare che il nuovo rettore, chiunque sarà, dovrà governare una struttura con un fatturato di cento milioni di euro e non potrà essere catapultato di botto in una realtà così importante».

Eraldo Sanna Passino, direttore di Veterinaria, sottolinea che «a questo punto dipende dal rettore, diciamo che siamo arrivati un po’ “lunghi” all’appuntamento perché se è vero che il decreto di aprile ha bloccato tutto, è altrettanto vero che fino a quel momento da noi era tutto fermo. Altre realtà, per esempio la Federico II di Napoli o la Sapienza di Roma, era già avanti nella procedura e hanno avuto modo di fissare già la data. Noi adesso siamo in un imbuto e navighiamo a vista, credo che a giugno si potrebbe fissare una data per settembre». Ludovico Marinò, direttore di Economia, dice che «le disposizioni attuali non sono chiarissime, è certo che comunque serve un congruo lasso di tempo e prima della fine di settembre mi sembra difficile che si possa fare qualcosa». Gerard Aimè Pinna, direttore del dipartimento di Scienze biomediche si attiene alla legge: «c’è un regolamento, c’è anche un decreto, vediamo come evolve. Voglio capire bene com’è la situazione soprattutto perché anche io, il 31 ottobre, sono in scadenza». Antonio Luigi Pazzona, direttore di Agraria, vede come momento ideale «la prima decade di ottobre, ci sono troppi tempi tecnici da rispettare. Per esempio, gli studenti non hanno ancora potuto eleggere la loro rappresentanza». «Andare al voto tra settembre e ottobre mi sembra la data più “umana” anche per permettere un sereno passaggio di consegne. Sempre sperando che non ci sia una seconda ondata dell’emergenza sanitaria» chiude Pierluigi Fiori, direttore di Scienze biomediche.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative