La Nuova Sardegna

Sassari

Un’estate di cultura per riavviare la città

di Roberto Sanna
Un’estate di cultura per riavviare la città

L’assessora Rosanna Arru: «Il Comune metterà a disposizione degli operatori spazi e servizi, aspettiamo le loro proposte»

04 giugno 2020
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SASSARI. Un tempo era “Sassari Estate”, cartellone messo su col preciso intento di fare annoiare il meno possibile i sassaresi costretti loro malgrado a restare in città. La location (ma allora questo termine non si usava) era quasi sempre quella del cortile della Scuola media numero 2, non bellissimo ma funzionale, spazio all’aperto che riuscì a ospitare oltre all’immancabile rassegna cinematografica estiva anche momenti musicali di grande qualità come un Vinicio Capossela ingrande forma che salendo sul palco esordì di avere sempre sognato di potersi esibire un giorno in uno scenario come quello. In questo 2020, subito dopo il lockdown e con regole di ingaggio molto diverse da quelle tradizionali, le manifestazioni estive hanno invece il compito di riportare alla luce la cultura dopo un inverno lunghissimo. E la cultura, a sua volta, può trainare la ripartenza della città, se si riuscirà a trovare la giusta interconnessione fra tutte le componenti.

Il piano. Da Palazzo Ducale, dove si sono già tenute diverse riunioni e alcuni incontri informali, assicurano che questo pensiero è radicato da tempo: «Già in pieno lockdown abbiamo capito come sarebbe andata a finire – spiega l’assessora alla Cultura Rosanna Arru – e quindi, insieme all’assessorato all’Ambiente, abbiamo cominciato subito a muovere le acque per quello che sarebbe stato il nostro obiettivo: avere una mappatura degli spazi all’aperto in grado di poter ospitare eventi di cultura e spettacolo. E di poterli ospitare secondo le nuove regole. Una volta individuati, si tratta poi di trovare il modo, come amministrazione comunale, di supportare gli operatori».

Le caratteristiche. Quello dei luoghi non è un problema così semplice perché bisogna tenere conto di diverse esigenze. Intanto bisogna trovare spazi all’aperto in grado di ospitare un evento (e quindi recintato). considerando anche fattori come l’acustica, la visibilità del palco ed eventuali parcheggi. Poi bisogna fare i conti con le nuove norme: il distanziamento tra gli spettatori, per esempio, il contingentamento del numero, ma anche l’obbligo di non creare assembramenti all’ingresso e all’uscita utilizzando corridoi separati. E poi ci sono le esigenze (per niente trascurabili) degli operatori: se l’intenzione è quella di staccare biglietti, bisognerà che lo spazio sia in qualche modo protetto dagli sguardi indiscreti (meglio, non paganti).

I luoghi. «La scelta definitiva dobbiamo ancora farla – aggiunge Rosanna Arru –, qualche idea c’è, altre dobbiamo perfezionarle perché non dipendono solo da noi». Ci sono gli spazi dei vari giardini, per esempio, il Parco di Monserrato, oppure il sempre valido cortile della Media numero 2, che potrebbe però essere destinato ancora una volta al cinema se il gestore del Moderno non riuscisse ad attrezzare per tempo il giardino a fianco al cinema. Affascinante è anche l’idea del cortile della Provincia, e anche fuori dalla città si possono trovare location interessanti.

Il progetto. L’assessora alla Cultura sembra avere le idee chiare e forse già da oggi in giunta si potrebbe fare un passo decisivo e arrivare alla puvbblicazione di una manigestazione di interesse rivolta agli operatori: «La mia idea è che l’amministrazione comunale debba mettere a disposizione gli spazi e i servizi, poi toccherà agli operatori riempire il cartellone e guadagnare coi biglietti. L’alternativa sarebbe diventare direttamente promotori e organizzatori degli eventi, ma non è questo che vogliamo. Credo che ci possano essere tutte le premesse per un’estate vivace».

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