La Nuova Sardegna

Sassari

La figlia ha bruciature, il padre picchia la maestra

di Nadia Cossu
 La figlia ha bruciature, il padre picchia la maestra

La bambina aveva accusato l’insegnante e l’uomo si era vendicato. Ieri è stato condannato per lesioni

05 giugno 2020
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SASSARI. È tornata a casa con delle bruciature sul braccio. «Come è successo?», chiede il padre alla propria figlia di 10 anni. «È stata la maestra», risponde sicura lei. Il genitore, senza nemmeno provare ad approfondire il racconto fatto dalla bambina, il giorno dopo si presenta di fronte al caseggiato della primaria di Fertilia insieme alla moglie, aspetta che arrivi l’insegnante e mentre quest’ultima sta scendendo dalla macchina come prima cosa le domanda con tono minaccioso: «Perché hai bruciato mia figlia?». E quando la maestra, incredula, sbarra gli occhi e chiede spiegazioni le arriva un primo schiaffo, poi un secondo.

Per quei fatti, che risalgono a novembre del 2014, l’uomo è finito davanti al giudice di pace che lo ha condannato alla pena di 800 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. Ieri mattina, il giudice Mauro Pusceddu – nel processo d’appello – ha confermato la condanna per lesioni volontarie nei confronti dell’imputato che era difeso dall’avvocato Danilo Mattana. La maestra, invece, si era costituita parte civile con l’avvocato Edoardo Morette.

L’episodio era avvenuto proprio nella strada di fronte alla scuola, davanti agli occhi attoniti di alcune colleghe dell’insegnante e anche di altri passanti. Tutti testimoni che sono stati citati davanti al giudice e che hanno confermato la versione della docente. La donna aveva raccontato di esser stata aggredita da quell’uomo (che all’epoca viveva nel campo nomadi di Fertilia) mentre era intenta a prendere del materiale scolastico dal sedile dell’auto. Lui aveva bloccato la portiera e le aveva chiesto conto delle bruciature che la figlia aveva attribuito alla maestra: «Tu l’hai chiamata dietro la scuola – così si era rivolto il padre alla docente – dicendole che suo fratello era caduto e lì, volontariamente, l’hai bruciata perché non vuoi che giochi con i suoi fratellini». Racconto che per la maestra era stato inventato di sana pianta dalla bambina: «Ma di cosa state parlando?» aveva replicato la donna. E a quel punto erano partiti gli schiaffi. L’insegnante, in preda al panico, era fuggita verso la caserma dei carabinieri che è vicinissima alla scuola, marito e moglie l’avevano seguita fino all’ingresso. Poi lei era entrata e aveva denunciato l’accaduto ai militari.

Una cosa è certa: quelle bruciature la bambina le aveva realmente, chi sia stato a provocargliele non è però mai stato accertato.

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