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Sassari, «Al Corso c’è il coprifuoco, la politica ora intervenga»

Luca Fiori
Sassari, «Al Corso c’è il coprifuoco, la politica ora intervenga»

Dopo la brutale aggressione alla titolare di un’agenzia funebre si riapre il dibattito. Residenti e commercianti chiedono interventi urgenti: «Si sono dimenticati di noi»

07 giugno 2020
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SASSARI. «Sono finita per terra e ho perso i sensi, quando ho riaperto gli occhi mi trovavo al pronto soccorso in stato confusionale, è stato veramente terribile. Di quei momenti ricordo con amarezza tanta gente che guardava senza intervenire, ma anche l’aiuto di un ragazzo sassarese che abita qui, dietro la mia agenzia, e di alcuni nigeriani e bengalesi che mi hanno difesa insieme alla parrucchiera cinese che ha il salone accanto a me. Solo loro hanno affrontato gli aggressori prima che arrivasse in soccorso anche mio marito».

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Gigliola Delogu, la titolare dell’agenzia funebre Santa Rita, vittima qualche giorno fa di una brutale aggressione davanti all’ingresso della sua attività, nella parte bassa del corso Vittorio Emanuele, ritorna su quei momenti drammatici, ripresi in un video ora nelle mani della polizia.

La donna è stata soccorsa da un’ambulanza del 118 e accompagnata in ospedale, dove i medici le hanno assegnato cinque giorni di cure. Saranno molti di più quelli che ci vorranno per dimenticare la violenza con cui i tre aggressori (una quarta persona si è defilata e non è stata individuata) si sono accaniti contro di lei davanti alla figlia di 23 anni. «Quello che mi ha fatto più male – spiega la titolare dell’agenzia – è stata l’indifferenza della maggior parte delle persone che hanno assistito alla scena senza muovere un dito».

Il giorno dopo l’aggressione la donna ha presentato una denuncia in questura e sull’episodio stanno indagando gli agenti della Volante e della Mobile, intervenuti in forze quando finalmente è stato dato l’allarme. I tre aggressori, che inizialmente erano riusciti a fuggire, erano stati poi identificati, accompagnati in questura e denunciati a piede libero.

«Qui al Corso è sempre peggio» spiega Francesco Fazzi, titolare da vent’anni di un piccolo bar, trasformato da tempo prevalentemente in un’agenzia di money transfer. «Il problema principale – aggiunge Fazzi – sono tutti questi negozietti che vendono alcolici dalla mattina presto e che aprono da un giorno all’altro e attirano dalla prime ore del mattino sbandati da tutta la città. Nei vicoli qui intorno si spaccia a tutte le ore – conclude il barista – e dalle otto di sera scatta il coprifuoco, quando chiudono i negozi c’è da aver paura. Non capisco cosa aspetti il Comune a intervenire».

Qualche metro più su si trova l’Hotel Vittorio Emanuele, l’albergo nato quindici anni fa quando in città erano in corso progetti, dibattiti e piani di rilancio del centro storico, purtroppo mai attuati. «Eppure noi non ci lamentiamo» spiega Luca Pintus, uno dei tre soci della società che gestisce la struttura a tre stelle. «Ai nostri clienti diamo alcuni suggerimenti su come muoversi – spiega l’albergatore – ma qui da noi fortunatamente non è mai successo niente di grave. I problemi quest’anno sono altri – conclude Pintus – a causa delle disdette di tutte le prenotazioni per l’emergenza sanitaria abbiamo dovuto lasciare il personale a casa in cassa integrazione. Però siamo aperti, resistiamo e crediamo ancora che il centro storico meriti il suo riscatto, in attesa che tornino i turisti che ne rimangono comunque sempre affascinati». E chi resiste, ormai da ben 52 anni è anche Sabino Giordano, per tutti i sassaresi Bruno, titolare della storica pizzeria di piazza Colonna Mariana, a due passi dal Corso. «In tutto questo tempo – racconta il pizzaiolo – ne ho viste di tutti i colori, ma non siamo mai arrivati così in basso. Il problema di questa zona della città – conclude Bruno – è che tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni si sono dimenticate di noi, sarebbe ora di intervenire».

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