La Nuova Sardegna

Sassari

Crescono i bisognosi ma è allarme donazioni

di Gavino Masia
Crescono i bisognosi ma è allarme donazioni

Diminuiti negli scaffali destinati alla spesa sospesa i beni a lunga conservazione  Comune e Consulta del volontariato al lavoro, attivo anche un numero dedicato

06 giugno 2020
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PORTO TORRES. È aumentato il numero delle famiglie bisognose che si rivolgono al centro di conferimento e distribuzione del progetto “la Spesa sospesa”. Sono invece diminuite le donazioni da parte dei cittadini e delle aziende che in questi mesi di emergenza sanitaria hanno dimostrato un gran cuore verso i nuclei familiari indigenti.

L’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale in stretta collaborazione con la Consulta del volontariato di Porto Torres, continua comunque interrottamente la sua attività grazie all’opera dei volontari che quasi ogni giorno si muovono dalla palestra “Nardi” in direzione dei vari quartieri per recapitare la spesa. I numeri del “bisogno” durante il periodo di lockdown sono stati davvero impressionanti: venti tonnellate di viveri consegnate a 322 famiglie, ossia 1012 persone, e 826 spese recapitate nelle abitazioni. Nel quartiere Satellite sono state consegnate 151 spese, alle nuove case comunali di via Falcone-Borsellino 126 spese e al villaggio Verde 78 spese. Nella struttura adiacente alla scuola Bellieni c’è il quartier generale per i volontari che si occupano di ritirare i beni donati nei punti vendita, dalle persone che hanno già aderito e di quelli che stanno ancora aderendo all’iniziativa. La fase successiva è quella delle richieste delle famiglie, per poi procedere alla distribuzione.

È stato attivato anche un numero di telefono dedicato, operativo dalle 10 alle 12.30 e nel pomeriggio fino alle 18.30. Ogni cittadino può effettuare la donazione di beni a lunga conservazione nel punto vendita dove è presente uno spazio di raccolta in cui ogni cliente, una volta terminati i suoi acquisti, può lasciare la donazione. La “spesa sospesa” potrà essere effettuata anche da casa, da coloro che ordinano i prodotti via telefono o via e-mail. La situazione rischia però di diventare critica per quanto riguarda proprio i beni a lunga conservazione, perché negli scaffali stanno diminuendo i prodotti da distribuire a causa delle poche donazioni. Un problema di sostentamento per quanto riguarda le famiglie, dunque, che richiedono beni come pasta, olio, zucchero, acqua e prodotti per l’igiene personale e per la casa.

Il Comune ha contribuito sinora con circa 16mila euro alla “spesa sospesa”, proprio per acquistare dai commercianti turritani il fabbisogno di alimenti di cui necessitano centinaia di famiglie. La mancanza di opportunità occupazionali si è fatta particolarmente sentire in tempi di coronavirus, creando purtroppo i “nuovi poveri”. Persone che si rivolgono con discrezione alla Consulta del volontariato, in attesa che qualcosa migliori nella loro vita sociale ed economica.

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