La Nuova Sardegna

Sassari

«Spazi e contributi per la cultura»

di Giovanni Bua
«Spazi e contributi per la cultura»

Trenta associazioni scrivono all’assessora Arru: non lasciateci soli in questo momento drammatico

07 giugno 2020
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SASSARI. Palchi all’aperto, un cartellone comune, in cui ci sia spazio per tutte le realtà culturali per proporre spettacoli di teatro, di danza, reading letterari, manifestazioni musicali. E ancora una tensostruttura fissa, che potrebbe essere un’alternativa agli spazi chiusi anche in autunno e in inverno, qualora l’emergenza sanitaria non rientrasse. E soprattutto un contributo economico da parte dell’amministrazione comunale che possa abbattere le spese vive di messinscena e allestimento spettacolo, per poter proporre al pubblico un prezzo del biglietto di ingresso notevolmente ridotto, vista la crisi economica che ha colpito quasi indistintamente tutti i cittadini.

Battono un colpo deciso i produttori di cultura cittadini, oltre 30 tra associazioni, compagnie di danza e teatro, operatori musicali, musicisti, tecnici dello spettacolo, che hanno deciso di mettersi in rete e creare un gruppo unito che condivida un unico progetto, finalizzato a riprendere il proprio lavoro, in sicurezza e guardando al futuro.

Progetto che è già sul tavolo dell’assessora alla Cultura Rosanna Arru, che da settimane sfoglia la rosa dei possibili spazi da dare in uso alla cultura. Ci sono gli spazi dei vari giardini, per esempio, il Parco di Monserrato, oppure il sempre valido cortile della Media numero 2, che potrebbe però essere destinato ancora una volta al cinema se il gestore del Moderno non riuscisse ad attrezzare per tempo il giardino a fianco al cinema. Affascinante è anche l'idea del cortile della Provincia, e anche fuori dalla città si possono trovare location interessanti.

L’dea del Comune è quella di pubblicare una manifestazione di interesse rivolta agli operatori, con Palazzo Ducale che mette a disposizione gli spazi e i servizi, e lascia il resto in mano agli operatori. Ci sono però delle “zone grige”, che preoccupano non poco. A iniziare dagli allestimenti. Che, se rimanessero a carico di associazioni e compagnie, renderebbero impossibile mettere in piedi spettacoli redditizi. Con i produttori di cultura che chiedono di poter accedere a una parte dei fondi normalmente riservati a Sassari Estate, e sicuramente risparmiati dall’allestimento in tono minore dei Candelieri,

Una partita delicata, che le associazioni hanno deciso di giocarsi tutti insieme. Capofila degli oltre trenta gruppi aderenti l’associazione culturale Bobòscianèl, che si è fatta portavoce, protocollando in Comune una richiesta formale, in cui si chiede all’Amministrazione Comunale che si tenga in considerazione l’importante lavoro fatto negli anni da ciascuno, sul territorio e sul tessuto culturale cittadino, e si chiede che gli operatori culturali e le associazioni non siano lasciati soli proprio in questo difficile momento. «Di fatto, il comparto della cultura ha subito un duro colpo a causa dell’emergenza coronavirus, e inesistenti sono stati gli aiuti a livello organizzativo e finanziario – sottolinea – soprattutto per quelle realtà che non godono di contributi pubblici, ma che vivono unicamente dal proprio operato». Da qui l’elenco di richieste. E la speranza di essere ascoltati.

Le associazioni sono BobòScianèl, Arts Tribu, Paco Mustela, Modern Dance Studio, Pino&gliAnticorpi, The Ross Collective, La Corte dei Miracoli, La Quinta, 7 in Valigia, Atuttotondo, La luna nel pomeriggio, Fondazione Paolo Medas, Arabesque, Mab, Artesonos, Centro Balletto Classico, Amerindia, Grandi Luci, La luna antica, L’ultimo spettacolo, Broadway Dance Studio, Premiata ditta Merlini con dj indipendenti, Gurdulù, Janas benessere, Live service, Frau Michele e Giuseppe Anfossi in rappresentanza di 30 musicisti indipendenti.

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