La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, maltrattamenti in famiglia: poliziotto a processo

di Luca Fiori
Sassari, maltrattamenti in famiglia: poliziotto a processo

L’agente di un paese della provincia è stato rinviato a giudizio per violenze all’ex moglie e ai figli

08 giugno 2020
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SASSARI. «Se vedo mia moglie con un altro li faccio fuori tutti e due». Questa frase, riferita ad alcuni amici di famiglia, ai quali aveva anche detto che la donna doveva stare «molto attenta» e che sarebbe «sparita di casa», aveva fatto scattare il campanello d’allarme.

Dopo circa un anno di insulti e minacce nei suoi confronti – alle quali avevano spesso assistito i figli della coppia – una donna di un paese della provincia di Sassari, un anno fa aveva deciso di recarsi dai carabinieri per raccontare quello che suo marito, un poliziotto che presta servizio in città, le aveva fatto passare nei dodici mesi precedenti, costringendola a rinchiudersi in bagno per paura delle sue reazioni violente. Dopo la querela il sostituto procuratore Maria Paola Asara aveva chiesto al tribunale che all’uomo venisse immediatamente imposto l’allontanamento dalla casa familiare. Qualche giorno fa, difeso dall’avvocato Tania Decortes, il poliziotto è stato rinviato a giudizio dal giudice delle indagini preliminari Antonello Spanu e a ottobre dovrà affrontare un processo per maltrattamenti i famiglia.

L’ex moglie, assistita dall’avvocato Giuseppe Lepori, si è costituita parte civile nel processo. Secondo le accuse della Procura in un’occasione l’uomo avrebbe anche colpito uno dei figli alle gambe con una cintola, lasciandogli dei segni evidenti, oltre a un profondo trauma interiore. L’ex moglie – sempre secondo le accuse contenute nel capo d’imputazione della Procura – aveva invece dovuto subire per mesi insulti di ogni tipo. All’origine della violenza c’era la gelosia da parte dell’uomo, convinto che la moglie avesse una relazione extraconiugale.

In un’occasione – si legge sempre nel capo d’imputazione – l’uomo era arrivato a urlarle che l’avrebbe buttata dal terrazzo brandendo una sedia, prima di essere fermato da uno dei figli. A marzo dello scorso anno, avendo trovato la tavola non ancora apparecchiata al rientro dal lavoro, aveva aggredito la moglie per poi minacciarla: «Provaci ad andare di nuovo dai carabinieri». La donna lo aveva preso in parola e qualche giorno dopo aveva formalizzato la denuncia.

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