Dorme fuori dall’alloggio Ersu, espulsa
di Nadia Cossu
Studentessa marocchina viola il regolamento anti-Covid e ora non ha più la sua stanza. La rabbia dei colleghi: è disumano
24 giugno 2020
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SASSARI. Meryem ha 23 anni, uno sguardo spaventato che a malapena riesce a nascondere dietro le lenti spesse degli occhiali da vista. È del Marocco e sta frequentando la facoltà di Veterinaria a Sassari, due anni di studio nell’ambito del progetto universitario Formed. Un’iniziativa per la promozione della cooperazione internazionale tra le istituzioni universitarie della sponda sud del Mediterraneo e della Sardegna che ha l’obiettivo di garantire la mobilità degli studenti delle Università di Tunisi, Algeri I e “Mohammed V” di Rabat verso gli atenei di Cagliari e Sassari. Lei, come altri studenti del progetto, vive negli alloggi Ersu della struttura di via Coppino.
Meryem Ouanin lunedì notte è uscita con alcune amiche, hanno mangiato qualcosa insieme e poi ha passato la notte da loro. Ieri mattina intorno alle 11.30, al rientro nell’alloggio è stata bloccata all’ingresso: «Ci dispiace, lei è stata espulsa. Come ben sa il nuovo regolamento anti-covid vieta agli studenti di passare la notte fuori sede. Da ora in poi non potrà più stare qui».
Facile immaginare la paura, lo sconforto, il senso di smarrimento. Meryem ha avvisato gli altri studenti e colleghi che condividono il suo stesso percorso di studi. Immediatamente un gruppo di ragazzi, circa una ventina, si è stretto intorno alla 23enne marocchina: «È assurdo, non si può lasciare per strada una studentessa che qui non ha famiglia, non parla bene l’italiano e non saprebbe dove andare a dormire – è stata la protesta accesa dei tanti giovani che ieri hanno passato la serata con la ragazza espulsa – Il regolamento? È pieno di contraddizioni. Sembra quasi che uno il Covid se lo possa prendere solo di notte e non anche di giorno. Abbiamo anche proposto di fare una colletta che consenta a Meryem di sottoporsi al tampone, così sono tutti più tranquilli. Niente da fare. Una cosa è certa: non lasceremo la nostra collega per strada da sola. Non si sono nemmeno preoccupati di trovarle un alloggio alternativo, come invece è accaduto in altri casi. Venerdì mattina manifesteremo, abbiamo già ottenuto l’autorizzazione dalla questura. Abbiamo una borsa di studio e sarà anche vero che questa non è casa nostra, come ci è stato detto, e non possiamo quindi stabilire noi le regole ma qui si parla davvero di falle enormi nel regolamento e di questioni che sono semplicemente prive di logica».
Da parte sua l’Ersu ritiene di aver agito correttamente, considerato che tutti gli studenti sono a conoscenza delle disposizioni in vigore.
«Resta però il fatto che lasciare dall’oggi al domani una ragazza straniera senza un letto dove dormire noi personalmente troviamo sia disumano». È l’amara considerazione conclusiva degli studenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Meryem Ouanin lunedì notte è uscita con alcune amiche, hanno mangiato qualcosa insieme e poi ha passato la notte da loro. Ieri mattina intorno alle 11.30, al rientro nell’alloggio è stata bloccata all’ingresso: «Ci dispiace, lei è stata espulsa. Come ben sa il nuovo regolamento anti-covid vieta agli studenti di passare la notte fuori sede. Da ora in poi non potrà più stare qui».
Facile immaginare la paura, lo sconforto, il senso di smarrimento. Meryem ha avvisato gli altri studenti e colleghi che condividono il suo stesso percorso di studi. Immediatamente un gruppo di ragazzi, circa una ventina, si è stretto intorno alla 23enne marocchina: «È assurdo, non si può lasciare per strada una studentessa che qui non ha famiglia, non parla bene l’italiano e non saprebbe dove andare a dormire – è stata la protesta accesa dei tanti giovani che ieri hanno passato la serata con la ragazza espulsa – Il regolamento? È pieno di contraddizioni. Sembra quasi che uno il Covid se lo possa prendere solo di notte e non anche di giorno. Abbiamo anche proposto di fare una colletta che consenta a Meryem di sottoporsi al tampone, così sono tutti più tranquilli. Niente da fare. Una cosa è certa: non lasceremo la nostra collega per strada da sola. Non si sono nemmeno preoccupati di trovarle un alloggio alternativo, come invece è accaduto in altri casi. Venerdì mattina manifesteremo, abbiamo già ottenuto l’autorizzazione dalla questura. Abbiamo una borsa di studio e sarà anche vero che questa non è casa nostra, come ci è stato detto, e non possiamo quindi stabilire noi le regole ma qui si parla davvero di falle enormi nel regolamento e di questioni che sono semplicemente prive di logica».
Da parte sua l’Ersu ritiene di aver agito correttamente, considerato che tutti gli studenti sono a conoscenza delle disposizioni in vigore.
«Resta però il fatto che lasciare dall’oggi al domani una ragazza straniera senza un letto dove dormire noi personalmente troviamo sia disumano». È l’amara considerazione conclusiva degli studenti.
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