La Nuova Sardegna

Sassari

Maltrattamenti a Zdenka, chiesti 5 anni

di Nadia Cossu
Maltrattamenti a Zdenka, chiesti 5 anni

Fadda è in carcere per l’omicidio della compagna. Il pm: il perdono di lei fu inutile 

04 luglio 2020
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SASSARI. «Un perdono dato immeritatamente. Perché il perdono lo si concede a chi si pente, non a chi è violento». Il pubblico ministero Paolo Piras chiede una condanna a cinque anni di carcere per Francesco Baingio Douglas Fadda, l’uomo che oltre all’accusa di omicidio deve rispondere anche di quella di maltrattamenti nei confronti di Zdenka, la quarantenne della Repubblica Ceca uccisa con una coltellata il 15 febbraio. Fadda attualmente è rinchiuso in una cella di Bancali per aver ammazzato la compagna in un bar di Sorso davanti alle figlie undicenni di lei.

Il giorno prima del delitto – ossia il 14 febbraio – la donna in aula aveva detto al giudice di aver perdonato il compagno e di aver anche rimesso la querela nei suoi confronti. Aveva difeso quell’uomo che più volte era stato violento: «Ma non con me – aveva puntualizzato – Se la prendeva con gli oggetti, con gli arredi di casa. Ma mi ha risarcito, ha pagato tutti i danni e quindi ora siamo a posto». Nessuno potrà mai sapere se quelle parole fossero sincere o se invece fossero dettate dalla paura che lui potesse farle del male nel caso in cui avesse insistito con le accuse. Di certo, il giorno seguente, lo stesso uomo che poche ore prima lei aveva pubblicamente perdonato e difeso l’ha accoltellata dentro un bar di Sorso. «I maltrattamenti nei confronti della vittima – ha ricordato ieri Piras nella sua arringa – si sono protratti fino al 15 febbraio. E in questa aula Zdenka Krejcikova aveva parlato di perdono. Un perdono inutile, perché è evidente che era dettato dalla necessità di ricomporre quel legame».

Al termine della requisitoria il pm, con la riduzione prevista dal rito abbreviato, ha chiesto una pena finale di 5 anni. Mentre l’avvocato Carlo Foddai, difensore dell’imputato, ha chiesto che il giudice prenda «una decisione secondo giustizia». In aula era presente anche l’avvocato Daniela Masala che tutela le figlie della donna e che nel processo per l’omicidio si costituirà parte civile.

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